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Parigi, rivolta di studenti e prof alla scuola italiana: mancano 13 docenti

«A rischio l’anno scolastico», i ragazzi pronti a proteste più eclatanti. Il preside: problemi amministrativi, me ne scuso ma noi abbiamo fatto la nostra parte. I prof: siamo indignati

14/11/2017
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Corriere della sera

Gli studenti della scuola italiana di Parigi sono sul piede di guerra e comincia a circolare anche l’idea di occupare la scuola per chiedere «il diritto di poter studiare». I docenti hanno scritto la settimana scorsa una lettera al ministro degli Esteri Angelino Alfano e alla ministra dell’Istruzione Valeria Fedeli in cui si dicono «indignati per le inadempienze dell’amministrazione». All’Istituto Statale Leonardo da Vinci di Parigi mancano ancora 13 insegnanti , e mancheranno ancora per un po’. Insegnanti di tutti i tipi: da francese, a chimica, da inglese ad arte. Il preside Aurelio Alaimo quello che aveva da dire lo ha scritto sul sito della scuola in una circolare in cui spiega: «Come avrete visto dall’orario, le lezioni riprendono ancora con un organico ridotto. Le difficoltà prendono origine dalla applicazione della recente riforma delle scuole italiane all’estero. In particolare nella nostra scuola la selezione dei docenti mancanti si è conclusa il 16 ottobre; ma tutta la procedura successiva, necessaria per la definizione e la stipula dei contratti, è ancora in corso, si rivela più lunga e accidentata del previsto, e potrebbe richiedere ancora del tempo. Sono consapevole del grave disagio provocato da questa situazione e me ne scuso». Ma a questo punto le scuse non sembrano bastare: in gioco rischia di esserci anche la validità dell’anno scolastico se le cose non si aggiustano.

Dal 4 settembre quando è iniziato l’anno scolastico (secondo il calendario francese) alla Leonardo Da Vinci di rue Sédillot, storica sede delle elementari, medie e liceo italiani della capitale francese, mancano gli insegnanti non di ruolo. Non è possibile assumere - per questioni amministrative e burocratiche introdotte dai decreti attuativi della buona scuola - i docenti senza cattedre complete nelle scuole all’estero perché non è stato approvato il nuovo tipo di contratto, previsto dai decreti delegati, che deve regolare i rapporti tra i supplenti e le scuole all’estero.

I contratti di collaborazione

Non che la scuola non si sia mossa, raccontano gli studenti nel loro comunicato che parla di «una cattiva riforma»: «Ma le misure con cui si è costretti a tamponare la situazione rischiano di generare ulteriori problemi, oltre ad essere irrispettose nei confronti della professionalità dei docenti che verranno temporaneamente assunti con contratti inadeguati. Sono due abbondanti mesi che noi studenti ci fidiamo dell’apparato burocratico italiano e la nostra fiducia è stata tradita». La scuola infatti ha proposto intanto di pagare i docenti, già individuati secondo le procedure richieste dal ministero, con mini contratti mensili di collaborazione, con i fondi dell’Istituto, altrimenti destinate alle attività didattiche, in attesa di notizie da Roma: gli studenti temono che questi insegnanti con contratto non appropriato non possano neppure dare i voti in pagella. Non solo contestano gli studenti, nessuno li ha informati, ma ora è a rischio anche l’anno scolastico, se non si trova una soluzione in tempi brevissimi: al liceo, e a quanti faranno la maturità peraltro nella versione Esabac, cioè maturità che vale anche per la Francia, mancano gli insegnanti di materie fondamentali come Chimica e Arte.

«A rischio il diritto allo studio»

I docenti della scuola, costretti tra l’altro a sopperire alla mancanza dei colleghi , il 9 novembre si sono ritrovati in assemblea. Il risultato è una lettera ai ministri e all’ambasciatore in cui denunciano: «Dal 4 settembre su richiesta del Dirigente Scolastico e in virtù della propria professionalità e senso di responsabilità, ci troviamo a garantire il funzionamento della scuola in mancanza di tredici insegnamenti nei tre ordini dell’Istituto». Ma la settimana scorsa hanno appreso nel la riunione del collegio straordinario «che tale grave anomalia si protrarrà ulteriormente, compromettendo, con il regolare svolgimento dell’attività didattica, il diritto allo studio, fondamento della nostra scuola pubblica e democratica»: «Noi insegnanti ci siamo assunti la responsabilità di sopperire all’inefficienza dell’Amministrazione cercando di ovviare ai gravi disagi arrecati a tutte le componenti della scuola, in particolare agli studenti e alle famiglie». Ora la parola deve necessariamente passare al ministero.

Come avrete visto dall’orario, le lezioni riprendono ancora con un organico ridotto. Ricordo che le difficoltà prendono origine dalla applicazione della recente riforma delle scuole italiane all’estero. In particolare nella nostra scuola la selezione dei docenti mancanti si è conclusa il 16 ottobre; ma tutta la procedura successiva, necessaria per la definizione e la stipula dei contratti, è ancora in corso, si rivela più lunga e accidentata del previsto, e potrebbe richiedere ancora del tempo. Sono consapevole del grave disagio provocato da questa situazione e me ne scuso. Stiamo lavorando insieme al Consolato e al Ministero p er trovare una soluzione in breve tempo. Faremo tutto quanto è possibile per risolvere al più presto i problemi esistenti. Naturalmente darò tutte le informazioni necessarie e mi riservo di incontrare prossimamente i rappresentanti di classe, per illustrare la situazione e dare ogni chiarimento. Nel frattempo continueremo ad assicurare tutte le lezioni possibili, nel migliore dei modi. Ringrazio gli studenti e le famiglie per la comprensione con cui stanno affrontando questo periodo di disagio. E ringrazio in particolare gli insegnanti per la grande collaborazione e per la disponibilità, grazie alle quali stiamo svolgendo un’attività didattica certo parziale ma di qualità, e per quanto possibile regolare.


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