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Pantaleo (Flc): stagione referendaria può unire generazioni e risollevare il dibattito

si tratta di abrogare norme che insieme a diversi soggetti organizzati dell’Italia politica, sindacale, e associativa abbiamo ritenuto pericolose, controproducenti e sbagliate

13/04/2016
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Rassegna.it

"Si è concluso molto positivamente il primo lancio della legge di iniziativa popolare sulla carta dei diritti universali del lavoro e dei referendum promossi dalla Cgil e da alcuni Comitati sui temi della scuola e dell’ambiente. Nelle piazze abbiamo voluto raccontare il senso delle iniziative, in una fase difficile nella quale sono in gioco valori sociali, democratici e di sostenibilità ambientale fondamentali per la coesione del Paese". Lo afferma il segretario generale della Flc Cgil, Domenico Pantaleo. "La stessa scadenza del voto del 17 aprile sul referendum sulle trivelle - spiega - assume un valore fondamentale per cambiare il modello di sviluppo, combattendo ogni forma di inquinamento e la devastazione ambientale da parte degli interessi delle grandi lobby. Per queste ragioni domenica bisogna partecipare al voto e votare sì".

Pantaleo quindi aggiunge: "Non si tratta di referendum pro o contro Renzi, evitiamo di personalizzare ancora una volta questioni di estremo interesse pubblico, si tratta di abrogare norme che insieme a diversi soggetti organizzati dell’Italia politica, sindacale, e associativa abbiamo ritenuto pericolose, controproducenti e sbagliate. Era nostro diritto e dovere farlo, e lo abbiamo fatto". 

"Abrogazione delle norme relative all’estensione dei poteri dei dirigenti scolastici, ai comitati di valutazione, al cosiddetto buono scuola per gli istituti parificati e privati, e infine all’obbligatorietà delle ore di dell’alternanza scuola-lavoro: perché vogliamo abrogare queste norme specifiche? Perché abbiamo ritenuto che fossero gli aspetti più deleteri della legge sulla brutta scuola che riportano indietro le lancette dell’orologio della scuola pubblica italiana - a suo avviso -. A quasi un anno di distanza dalla sua approvazione quella legge è miseramente fallita e sta determinando un clima irrespirabile nelle scuole e nel Paese calpestando valori e principi costituzionali, a partire dalla funzione sociale della scuola, dalla libertà di insegnamento, dalla funzione dei contratti e della contrattazione, al diritto allo studio. E alcuni commentatori autorevoli si accorgono ora di alcune sbavature ideologiche della legge". 

La stagione referendaria che si è aperta con questo weekend "può risollevare il dibattito pubblico sulla scuola, unire generazioni e interessi sulla sua funzione sociale ed educativa. Facciamolo tutti insieme, studenti, docenti, personale scolastico, soggetti sociali, famiglie, e media. Vogliamo cambiare il modello di sviluppo dell’Italia partendo dalla funzione e dal valore della conoscenza per rendere il paese più uguale e più solidale", conclude.


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