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Pantaleo (Flc): "Più contenzioso, meno contratto, noi non ci stiamo"

Nostra intervista al segretario nazionale della Flc-Cgil. Secondo il sindacato, la riduzione delle garanzie contrattuali fa inevitabilmente crescere il contenzioso. No alle sospensioni dal servizio decise dai dirigenti scolastici: "Vogliamo un organo di garanzia perchè è in gioco la libertà di insegnamento".

19/01/2015
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La Tecnica della Scuola

Reginaldo Palermo

Sulla questione dell'incremento del contenzioso nelle scuole abbiamo posto qualche domanda al segretario nazionale di Flc-Cgil, Domenico Pantaleo.

Domanda  Secondo alcune recenti rilevazioni il contenzioso nella scuola è in aumento.
Come leggete questo dato?

Risposta
E’ la conseguenza del continuo tentativo da parte del Miur, del Mef  e del Ministero della Funzione Pubblica di interpretare in maniera restrittiva leggi e contratti. A ciò si aggiunge l’assenza di un sistema di relazioni sindacali che permetta di prevenire il contenzioso. E’ difficile avere informazioni preventive che possano aiutare a evitare inutili conflitti. La Flc-Cgil privilegia sempre i tavoli negoziali rispetto alle vertenze legali ma i comportamenti autoreferenziali e autoritari rendono sempre più complicato un normale rapporto tra sindacato, Governo e burocrazie ministeriali. Non abbiamo  nostalgia delle vecchie pratiche concertative ma continuiamo a pensare che senza partecipazione non si può innovare la scuola italiana e non si può restituire dignità e funzione sociale a chi lavora.

D. C’è una relazione con il fatto che siamo in  assenza di contratto nazionale da diversi anni?

Risposta 
Non solo non si rinnova il contratto nazionale, ma si vuole demolire quello vigente. In realtà il Governo vuole cancellare il contratto nazionale per lasciare mano libera a rapporti individuali nella pubblica amministrazione. Il disegno è quello di  rilegificare il rapporto di lavoro in modo che la politica possa decidere unilateralmente le forme del reclutamento, le condizioni e l’organizzazione del lavoro e i salari. Non vedo all’orizzonte alcuna vera modernizzazione della scuola, ma un salto all’indietro che favorisce una deriva corporativa nella scuola e nelle pubbliche amministrazioni. Se si vuole cambiare veramente il sistema di istruzione bisogna anche rinnovare i contratti nazionali che devono essere interpretati come rendicontazione sociale del lavoro che si svolge nei luoghi della conoscenza.

D. Il decreto Brunetta ha contribuito ad aggravare la situazione?

Risposta
Brunetta ha usato la campagna contro i fannulloni per emanare provvedimenti che nei fatti indeboliscono il ruolo della contrattazione e peggiorano pesantemente le condizioni del lavoro pubblico. Se analizziamo i risultati concreti ci accorgiamo che nessun miglioramento si è realizzato in termini di qualità nei rapporti di lavoro in tutte le pubbliche amministrazioni. Nella scuola l’effetto combinato tra legge Brunetta e tagli al Mof è stato quello di limitare la contrattazione decentrata peggiorando la qualità dell’offerta formativa e penalizzando le retribuzioni del personale. Per queste ragioni la legge Brunetta deve essere superata. Quindi la risposta è sì, la situazione è stata aggravata.

D. Un problema particolare riguarda poi la gestione del codice disciplinare: diversi tribunali hanno accolto ricorsi di docenti che erano stati sanzionati dal dirigente scolastico con una sospensione dall’insegnamento, con la motivazione che il “trasferimento” della potestà di sospensione ai ds è alquanto dubbio Qual è la vostra posizione in merito?

Risposta.  
Noi rivendichiamo diritti ma pretendiamo doveri da chi lavora nei nostri comparti. Detto questo, riteniamo che aver imposto  la gestione del codice disciplinare da parte della amministrazione e dirigenza scolastica finisce per consegnare nelle mani della magistratura i pronunciamenti sulla legittimità dei provvedimenti. Sarebbe utile tornare a praticare la conciliazione, alleggerendo il contenzioso e favorendo la obiettiva valutazione sulle motivazioni delle sanzioni. Non sarà certo la Flc-Cgil a difendere situazioni di illegittimità e violazione delle normative contrattuali, ma è ora di finirla con l’idea che con l’autoritarismo si governino meglio le scuole. La campagna denigratoria contro il lavoro pubblico diventa, per il Governo, un pretesto per cancellare lo statuto dei diritti dei lavoratori nei settori pubblici. Se ci sono situazioni di abuso e di violazione dei contratti ci sono già tutti gli strumenti per perseguirle.
Ciò detto, noi siamo contrari alla gestione delle sospensioni dal servizio da parte dei dirigenti. Chiediamo che ci sia un organismo di garanzia essendo in gioco la libertà di insegnamento.


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