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Orientamento, voti alti e stage: Così i diplomati trovano lavoro

apporto di AlmaDiploma: tre fattori fondamentali per ridurre il fenomeno dei «né-né». il sottosegretario Toccafondi: ecco perché importante alternanza scuola-lavoro

26/02/2016
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Corriere della sera

Claudia Voltattorni

Chi esce dal liceo, poi va all’università (quasi sempre, il 65 per cento). Chi ha genitori laureati, di solito, continua gli studi dopo la maturità. Solo un diplomato all’istituto tecnico su 3 continua gli studi. Solo il 3% dei diplomati tra i liceali lavora e basta. Non solo. Se 15 immatricolati all’università su cento lasciano dopo il primo anno, la maggior parte provengono o da un istituto tecnico o da un professionale: diplomati che quindi scelgono di lavorare piuttosto che studiare. Scelta che molte volte si rivela corretta, come spiega il Rapporto 2016 AlmaDiploma sull’importanza di fattori come orientamento, voti e stage.

Il rapporto

Coinvolti oltre 100mila studenti di 300 scuole superiori d’Italia, il rapporto studia le scelte post diploma dopo uno, tre e cinque anni dalla maturità. Ed evidenzia i tre fattori fondamentali che aiutano a trovare un’occupazione dopo gli anni in classe. «La fotografia scattata - spiega Mauro Borsarini, presidente di AlmaDiploma - ci indica come le politiche di orientamento e di incentivazione delle esperienze lavorative durante e dopo gli studi siano efficaci nel contrastare e ridurre questi fenomeni». Orientamento, voti alti ed esperienze lavorative, in Italia e all’estero: queste, secondo AlmaDiploma, le variabili per sconfiggere quel fenomeno troppo italiano dei «né-né», i giovani tra i 15 e i 29 anni che non cercano lavoro e non studiano, il 26% in Italia contro una media Ue del 15%.

Le cifre

Secondo il rapporto, il 44% dei diplomati che ha svolto un percorso di orientamento ha avuto voti più alti già al primo anno di università. Chi invece ha scelto di lavorare subito portando in dote un voto di diploma elevato e un’esperienza di lavoro o studio all’estero ha visto crescere fino al 66% le possibilità di trovare un’occupazione appena dopo il primo anno. La percentuale sale al 90 per cento per i diplomati che subito dopo la maturità hanno avuto esperienze di stage. «Questi dati - dice il sottosegretario all’Istruzione Gabriele Toccafondi - dimostrano la necessità di investire su competenze trasversali e non solo disciplinari, gli studenti apprendono meglio quando costruiscono il loro sapere attraverso l’esperienza e l’apprendimento fondato sull’esperienza». Ecco perché, insiste, «l’alternanza scuola-lavoro è un tassello fondamentale il cui scopo è trasferire ai giovani, competenze spendibili nel mondo del lavoro». Purché il mondo del lavoro si ricordi dei ragazzi anche dopo la fine del periodo di alternanza.