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Orari e protezioni, a settembre gli istituti decideranno da soli

Di sicuro c'è che la scuola, a settembre, non sarà come quella pre-Covid. E non sarà tutta uguale visto che il lavoro che si dovrà fare nelle prossime settimane sarà ritagliato sulle singole scuole

09/06/2020
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Il Messaggero

Nei musei, nei parchi o nei teatri, a lezione per 45 minuti e sempre con la mascherina sul volto. Sfuma l'idea del plexiglass tra i banchi ma resta ferma la necessità di distanziare gli studenti. E non sarà semplice trovare il modo. Di sicuro c'è che la scuola, a settembre, non sarà come quella pre-Covid. E non sarà tutta uguale visto che il lavoro che si dovrà fare nelle prossime settimane sarà ritagliato sulle singole scuole. Perché ogni istituto può contare su risorse e spazi diversi dagli altri. È per questo che le indicazioni che arriveranno dalla task force, presieduta dal professore Patrizio Bianchi, e dalla ministra Lucia Azzolina verranno fornite ai tavoli regionali per far partire gli interventi sul territorio: ogni regione infatti avrà il suo gruppo di lavoro formato dalla protezione civile, dagli uffici scolastici territoriali, dai Comuni per quel che riguarda le scuole elementari e medie e dalle Città metropolitane per gli istituti superiori, dai sindacati della scuola e dalle associazioni degli studenti e delle famiglie. 
NUOVI SPAZIL'obiettivo è aiutare i dirigenti scolastici a riaprire. Come? Con nuovi spazi che potranno garantire il distanziamento trai banchi. Gli spazi interni alla scuola restano fondamentali e vanno ottimizzati: sia con lavori urgenti, da fare in estate, per mettere in sicurezza quei locali inagibili fino ad oggi e che ora diventano preziosi, sia sfruttando la palestra o l'aula magna con pareti di edilizia leggera o i cortili con tensostrutture. Ogni scuola valuterà la soluzione migliore per sé e chiederà aiuto al tavolo regionale per realizzarla. Potrebbero servire nuovi docenti ma anche nuovi bidelli sia per garantire quella pulizia scrupolosa e ripetuta durante la giornata richiesta dall'emergenza sanitaria, sia per controllare ad esempio i vari ingressi. Nella rivisitazione degli spazi, infatti, ci sono anche le nuove regole per l'entrata e l'uscita da scuola: gli istituti dovrebbero avere almeno due uscite diverse per far defluire le classi senza creare assembramenti. Per questo la circolazione all'interno dei corridoi sarà regolata da una sorta di codice interno con corridoi a doppio senso di marcia e frecce ad indicare il percorso da seguire. Una sorta di segnaletica aiuterà i ragazzi a muoversi in sicurezza. Gli edifici con un solo ingresso avranno maggiori difficoltà ad organizzare i turni. Per lo stesso motivo gli studenti verranno scaglionati in orari diversi: su questo i presidi saranno aiutati dall'autonomia scolastica, con cui potranno decidere orari differenti per entrare e per uscire, anche per aiutare il traffico cittadino e il trasporto pubblico. Alle scuole spetta anche la scelta se abbreviare a 40-45 minuti la durata delle lezioni. L'idea di usare dei divisori in plexiglass attorno al singolo studente è stata bocciata dalla Azzolina che ha assicurato: «Nessuno del Comitato tecnico-scientifico e tanto meno qui al Ministero ha mai immaginato di chiudere gli studenti dentro cabine di sicurezza, come è stato invece raccontato in queste ore. Ho visto immagini surreali di ragazzi chiusi dentro a strutture simili a gabbie. Nessuno vuole mettere gli studenti nelle gabbie». Le pareti in plexiglass potrebbero invece essere usate per dividere gli spazi in ambienti più ampi, creando così aule o spazi studio. 
Le nuove aule potrebbero essere trovate anche nei musei vicini alle scuole, che da sempre ospitano lezioni una tantum per gli studenti e che ora potrebbero andare a regime, nei parchi e nelle ville finché la bella stagione ne offre la possibilità oppure in cinema e teatri comunali. Ma non sarà sufficiente, visto che in una sala di un cinema, ad esempio, possono essere ospitate al massimo 3 o 4 classi anche per non disturbarsi l'una con l'altra. 
Lorena Loiacono