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Nuovi prof a chiamata anticipata

Reclutamento, il nodo dell'assegnazione su sede anche per le assunzioni post riforma

28/03/2017
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ItaliaOggi

Alessandra Ricciardi e MArco Nobilio

La querelle sulla chiamata diretta investe anche il nuovo reclutamento. Uno dei punti chiave del decreto delega della Buona scuola riguarda la possibilità di assegnare al preside la scelta dei docenti che dovranno svolgere il periodo di prova del percorso di formazione triennale successivo al concorso. Il nodo da sciogliere è relativo alla fase in cui farla scattare. A viale Trastevere si stanno valutando varie ipotesi.

La prima, secondo quanto risulta a ItaliaOggi, prevede l'applicazione della chiamata diretta alla fine del secondo anno di formazione, quando l'aspirante docente inizia a fare le sostituzioni in classe tipiche dell'anno di prova. Dunque, immediatamente prima che il docente venga applicato all'insegnamento in senso stretto a stipendio pieno (sebbene ancora in classe «0»: la classe che si applica prima della ricostruzione di carriera). Un'altra tesi è quella di procedere alla chiamata diretta solo all'esito del triennio di formazione. Vale a dire, dopo lo svolgimento del terzo anno (quello di insegnamento vero e proprio) e all'esito positivo della prova finale. A sollecitare una decisione su questo punto sono state le commissioni parlamentari nell'ambito del parere sul decreto delegato, che ora dovrà essere riscritto dal Miur per essere ripresentato al consiglio dei ministri e ottenere il via libero definitivo.

E poi vi sarebbe un'ulteriore tesi, invero estranea all'amministrazione, che vorrebbe sottrarre i neoassunti alla chiamata diretta, consentendo loro di partecipare alla mobilità a domanda, all'esito del triennio. E solo nel caso in cui non dovessero ottenere una istituzione scolastica di titolarità, dopo l'assegnazione ad un ambito, procedere con la chiamata diretta.

Qualora dovesse prevalere la tesi della chiamata diretta al termine del secondo anno, la situazione dei dirigenti scolastici si complicherebbe. I docenti da chiamare su scuola infatti hanno già avuto, nel nuovo sistema, una valutazione sulla base di criteri tassativi. Le selezioni, infatti, avvengono tramite lo scorrimento di graduatorie, che vengono compilate in attuazione del principio del merito.

Conseguentemente, un docente con più punti, escluso in favore di altro docente con meno punti dal dirigente, potrebbe avere gioco facile ad intentare un'azione anche in sede penale. Proprio basandosi sulla incongruenza tra la valutazione adottata ai fini dell'assunzione (basata su criteri tassativi e punteggi trasparenti) e quella eventualmente difforme adottata dal dirigente scolastico.

Dalla sua il ministero dell'istruzione, se decidesse di voler anticipare allo scattare del terzo anno la chiamata, avrebbe l'argomento della continuità didattica: un bravo docente, che ha già lavorato con una supplenza piena, resterebbe sulla stessa sede.


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