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Nuova Sardegna-Regnano la confusione e l'incertezza

Regnano la confusione e l'incertezza soprattutto su organici e finanziamenti" ma. cos. NUORO. L'inizio dell'anno scolastico non promette nulla di buono, coi sindacati pronti a contrastare la ri...

14/09/2002
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Nuova Sardegna

Regnano la confusione e l'incertezza
soprattutto su organici e finanziamenti"

ma. cos.

NUORO. L'inizio dell'anno scolastico non promette nulla di buono, coi sindacati pronti a contrastare la riforma voluta dal ministro Moratti.
Lisetta Bidoni, segretario provinciale Cigl-scuola, è molto critica. "Nella scuola primaria, l'introduzione del maestro prevalente minaccia un taglio di personale che, a riforma avviata, riguarderebbe circa 300 insegnanti. Nella scuola secondaria, si toglie l'obbligo scolastico fino al primo biennio delle superiori, imponendo la scelta fra la prosecuzione degli studi e la formazione professionale. Così si crea una scuola classista, dove vengono tutelate solo le eccellenze".
"La riforma è solo uno dei problemi - dice Maria Di Patre, coordinatore provinciale della Gilda -. Nella legge finanziaria vengono stanziati pochi fondi per la scuola pubblica. Ciò ne impedisce lo sviluppo qualitativo, e c'è il sospetto che così facendo si voglia favorire a scuola privata. In questo modo non si risolve neanche il problema del precariato, una situazione drammatica del nostro sistema scolastico che va assolutamente risolta".
Sulle stesse lunghezze d'onda è Antonio Porcu, segretario provinciale Cisl-scuola. "Qualunque riforma ha bisogno di investimenti e di tempi di elaborazione e di condivisione adeguati. Invece questa riforma si basa sul risparmio e sui tagli indiscriminati, senza considerare le situazioni di disagio del territorio in cui viene applicata. Inoltre, la scuola dell'infanzia diviene più una struttura socio-assistenziale che didattica".
"La riforma del sistema scolastico era necessaria - afferma Felicina Corda, segretario provinciale Uil-scuola - ma non c'è chiarezza sulle risorse finanziarie, sugli aspetti tecnici e sulla ricaduta negli organici. Gli insegnanti non possono essere lasciati fuori da decisioni così importanti, perché sono loro a dover applicare la riforma e individuare gli aspetti positivi e negativi".