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«Nostra figlia vittima dei bulli ha smesso di curarsi»: prof denunciati al liceo Platone di Roma

I genitori della 15enne accusano docenti e preside: non sono intervenuti. Gli insulti iniziati dopo un taglio corto di capelli. La ragazzina ha un handicap motorio ma ha smesso di curarlo e di andare a scuola

14/07/2018
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Corriere della sera

Sotto il loro sguardo distratto, i professori hanno lasciato che Laura (la chiameremo così) venisse «bullizzata» dai compagni di classe. A denunciarlo i genitori della ragazza, una studentessa di 15 anni, che hanno presentato una querela contro il corpo docenti della sede distaccata del liceo Platone in via Nistri (zona Marconi).

La decisione di accusare insegnati e preside è stato l’ultimo capitolo scritto dal papà e dalla mamma per difendere la figlia, affetta da un handicap motorio che ha smesso di curare terrorizzata dal pensiero della gogna dei compagni. A far finire la ragazza nel loro mirino, un taglio di capelli maschile adottato lo scorso ottobre. Da quell’istante ha cominciato a correre la voce di sue presunte inclinazioni omosessuali: insinuazioni prima sussurrate, poi divenute sempre più esplicite. Additata con parole pesanti, Laura si è chiusa in se stessa. Ma a offenderla ancora di più e a spingerla al silenzio più totale sono stati gli aggettivi espressi verso Laura per tutto l’anno scolastico che si riferivano alla sua disabilità. Umiliazioni ben note agli insegnati, secondo l’atto d’accusa scritto dall’avvocato Eugenio Pini, che non avrebbero mosso un dito in sua difesa. La giovane, per i genitori, sarebbe anche stata vittima di un bullismo 2.0, fatto di dirette video offensive su Instagram durante le lezioni o di foto imbarazzanti postate sul social network.

A tradire la fiducia di Laura, per suo padre e sua madre, è stata Elena (altro nome di fantasia), l’unica ragazza da cui mai la 15enne avrebbe creduto di venire umiliata perché entrambi sofferenti per menomazioni fisiche. Sarebbe stata l’amica, conosciuta sui banchi del liceo Platone nel gennaio del 2017, a creare il clima ostile che ha spinto Laura a fuggire dall’istituto scolastico.

La sola persona ad aver cercato di ricomporre la situazione è stata la preside. Venuta a conoscenza dei video e delle foto umilianti fatti con gli smartphone, ha vietato l’uso dei telefonini in classe. E sempre lei ha cercato di dare vita a un confronto costruttivo, mettendo le due ragazze a confronto in classe in un «circle time», strumento utilizzato per facilitare la comunicazione tra alunni. Operazione, purtroppo, fallita: Elena sarebbe riuscita a convincere di essere lei la bullizzata da Laura, finendo così per isolare ancora di più l’ex amica. Misure ritenute comunque tardive dai genitori, che colpevolizzano preside e insegnati per l’assenza di provvedimenti. L’ultimo atto del calvario di Laura è datato lo scorso 28 maggio: quel giorno avrebbe dovuto sostenere un interrogazione. Ma si sente male e d’urgenza viene portata al Bambino Gesù. Nulla di grave per fortuna: dopo poche ore la ragazza viene dimessa. Ma da quel giorno, però, non è più rientrata in classe.