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"Non scoraggiateli", arriva il 5 politico che divide insegnanti e genitori

L'iniziativa di una scuola media romana

30/01/2019
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la Repubblica

Corrado Zunino

La preside del famoso Viscontino di Roma, istituto che comprende elementari e medie del centro storico della capitale e che spesso porta i suoi giovani alunni a diventare studenti del prestigioso Liceo Ennio Quirino Visconti, ha chiesto ai docenti in cattedra di evitare di mettere in pagella un voto inferiore al "5". Questo nel primo quadrimestre. In una circolare, che ha fatto seguito a un agitato collegio docenti, la dirigente Rossana Piera Guglielmi ha scritto: «In prossimità della chiusura del primo quadrimestre, si ricorda a tutti gli insegnanti della scuola secondaria che è stato unanimemente condiviso un criterio di valutazione in base al quale non si può attribuire il voto corrispondente a 4/10 (o inferiore a questo) agli alunni delle classi prime». Si intende la secondaria inferiore, la scuola media.

Prosegue: «Le valutazioni insufficienti a chiusura del primo quadrimestre, per gli alunni delle classi prime, corrispondono unicamente al voto 5/10». Non meno di cinque in pagella: il "cinque politico".

All’Istituto comprensivo statale Visconti, altrimenti detto "Viscontino", molti docenti non hanno gradito la «comunicazione sulla valutazione», sentendosi aggrediti nella potestà di valutatori. Hanno segnalato come il "cinque politico" sia discriminante per chi l’insufficienza minima se l’è meritata e hanno sottolineato come la preside, in questo modo, abbia voluto liberarsi dall’assedio di genitori importanti con figli gravemente insufficienti. La dirigente Guglielmi, confermate le concitate discussioni interne, spiega: «Il successo scolastico è un mio pallino, ho visto troppi studenti abbandonare per un 4 in pagella. Uno studente valutato con un 2, un 3, non ce la farà a recuperare, è provato.

L’insufficienza grave è un azzardo, li annichilisce. Mi sono formata nelle periferie e in cinque stagioni al Viscontino ho raddoppiato il numero di stranieri. Forse quindici anni fa era la scuola dei notai e degli accademici, oggi i genitori che vengono a protestare partendo con il "lei non sa chi sono io" li metto alla porta. Devono imparare a non interferire, a fidarsi. E comunque, avverto, nel secondo quadrimestre non si deve scendere sotto il 4».

Ai tempi di Salvini il "cinque politico" (purché studiato a fini didattici) trova terreno fertile nella scuola. Il presidente dell’Associazione nazionale presidi, Antonello Giannelli: «È una legittima e ragionevole scelta, parliamo di ragazzini di prima media». Elena Centemero, già responsabile scuola di Forza Italia, è tornata a guidare due istituti in Brianza e dice: «Sono contraria ai voti gravemente insufficienti, un quattro è già forte e su un adolescente ha un effetto scoraggiante. La valutazione del primo quadrimestre, poi, è intermedia, parziale». Chiude il ministro dell’Istruzione, Marco Bussetti: «La scelta è un po’ strana, per legge i voti vanno dall’1 al 10, ma comprendo che non è mai cosa semplice ricevere una brutta valutazione. Gli studenti devono capire che il voto non è un giudizio sulla loro persona».


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