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“Non è il cambiamento che vi avevamo chiesto”: lettera degli studenti universitari del CNSU al Governo

La Legge di Stabilità che avete predisposto delude pienamente le aspettative formatesi in tutto il mondo accademico

27/12/2018
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Non è il cambiamento che vi avevamo chiesto e non è il cambiamento che, nelle rare occasioni di incontro, ci avevate annunciato. “Il CNSU svolge un ruolo inevitabilmente cruciale e fondamentale nei processi politici che riguardano il sistema universitario nell’interesse, in particolar modo, dei suoi principali protagonisti: gli studenti, i dottorandi, gli specializzandi. […] il Ministro Bussetti non ha mai accolto l’invito ad incontrarci, ignorando – di fatto – il nostro lavoro, a partire dal “​Rapporto sulla condizione studentesca 2018”​ che ha l’intento di fornire al Governo e al Paese una fotografia assolutamente chiara e nitida dello stato di salute del nostro sistema universitario, raccontandolo e analizzandolo in tutti i suoi aspetti, e cercando di fornire anche osservazioni e proposte migliorative. Sebbene nel corso di questi mesi come Consiglio abbiamo avuto l’occasione di incontrare altre figure importanti e rappresentative del Ministero, come il Capo Dipartimento Giuseppe Valditara e il Vice Ministro Lorenzo Fioramonti, oggi ci troviamo costretti a denunciare pubblicamente come quanto da loro annunciatoci stia venendo disatteso dalla Legge di Stabilità 2019. […] Riconosciamo, quindi, che l’istruzione non è realmente una vostra priorità e denunciamo con forza e totale contrarietà la vostra scelta di tenere fuori dalle politiche d’investimento del Governo proprio l’Istruzione, l’Università e la Ricerca.

Riportiamo di seguito la lettera pubblica del Consiglio Nazionale degli Studenti Universitari al Governo Italiano

  • Lettera pubblica del CNSU al Governo Italiano: download
  • Rapporto sulla condizione studentesca 2018download

Lettera pubblica del Consiglio Nazionale degli Studenti Universitari al Governo Italiano

A nome di tutto Consiglio Nazionale degli Studenti Universitari, organo consultivo del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, ritengo doveroso condividere pubblicamente alcune imprescindibili riflessioni.

Il CNSU svolge un ruolo inevitabilmente cruciale e fondamentale nei processi politici che riguardano il sistema universitario nell’interesse, in particolar modo, dei suoi principali protagonisti: gli studenti, i dottorandi, gli specializzandi. Negli anni il Consiglio ha acquisito via via maggior centralità nel dibattito politico facendosi spazio, richiedendo ascolto e avanzando proposte concrete. Non sempre, però, è stato compito agevole. È evidente come il contesto politico di questi anni, nella sua complessità, non abbia favorito iniziative politiche lungimiranti anche in ambito universitario. Un tale clima, nel mondo accademico, è stato poi ulteriormente esacerbato da un continuo e generale sottofinanziamento del sistema che, oltre ad averne svilito il ruolo sociale, ha colpito la comunità accademica intera.

Con l’ultimo cambio ministeriale, il CNSU attualmente in carica ha visto susseguirsi, nei suoi quasi tre anni di mandato, già ben tre Governi; sin da subito, a nome di tutti i gruppi consiliari, ho manifestato piena disponibilità a collaborare con quello attuale. Purtroppo, però, il Ministro Bussetti non ha mai accolto l’invito ad incontrarci, ignorando – di fatto – il nostro lavoro, a partire dal “​Rapporto sulla condizione studentesca 2018”​ che ha l’intento di fornire al Governo e al Paese una fotografia assolutamente chiara e nitida dello stato di salute del nostro sistema universitario, raccontandolo e analizzandolo in tutti i suoi aspetti, e cercando di fornire anche osservazioni e proposte migliorative.

Sebbene nel corso di questi mesi come Consiglio abbiamo avuto l’occasione di incontrare altre figure importanti e rappresentative del Ministero, come il Capo Dipartimento Giuseppe Valditara e il Vice Ministro Lorenzo Fioramonti, oggi ci troviamo costretti a denunciare pubblicamente come quanto da loro annunciatoci stia venendo disatteso dalla Legge di Stabilità 2019. Ancora una volta il cambiamento che tanto è stato auspicato è volto alla esacerbazione della situazione. Non è il cambiamento che vi avevamo chiesto e non è il cambiamento che, nelle rare occasioni di incontro, ci avevate annunciato.

L’Italia continua a ricoprire gli ultimi posti in varie statistiche per numero di laureati, immatricolati, iscritti complessivi e dottori di ricerca, accontentandosi del raggiungimento di target ben meno ambiziosi rispetto a quelli dei partner UE, come avvenuto con gli obiettivi nazionali nel quadro Europa 2020. Crediamo fermamente che non sia ipotizzabile una reale crescita per il nostro Paese senza un investimento concreto sul suo futuro, senza cioè un significativo investimento sulle giovani generazioni. Solo così l’Università potrà tornare ad essere un luogo di formazione e crescita della persona aperto a tutti, anche ai giovani meno abbienti, verso una società più equa.

La Legge di Stabilità che avete predisposto delude pienamente le aspettative formatesi in tutto il mondo accademico anche alla luce delle premesse delineate nella Nota di aggiornamento al DEF. Non avete ritenuto necessario un rifinanziamento strutturale dell’Università e del Diritto allo Studio, decurtando 30 milioni sul Diritto allo Studio. Non è ancora stata eliminata la figura dello studente idoneo non beneficiario di borsa di studio, nonostante l’impegno assunto e le proposte concrete da tempo mosse dal nostro Consiglio. Manca una politica di assunzione e stabilizzazione di personale docente che possa garantire agli studenti una formazione di qualità e per tutti, oltre che un riconoscimento del valore sociale di chi svolge funzioni di docenza e ricerca e, al contrario, vi siete orientati verso il blocco delle assunzioni. In riferimento alla No Tax Area, anziché implementare il Fondo di Finanziamento Ordinario, di fatto avete proceduto ad un ulteriore taglio di ben 40 milioni. A tutto ciò, si deve poi aggiungere un taglio di 30 milioni sulla ricerca per un totale, quindi, di 100 milioni complessivi che avete tolto al sistema universitario. È evidente come, per finanziare altre vostre priorità, avete deciso di fare cassa alle spese dell’Università e di tutte le sue componenti.

Riconosciamo, quindi, che l’istruzione non è realmente una vostra priorità e denunciamo con forza e totale contrarietà la vostra scelta di tenere fuori dalle politiche d’investimento del Governo proprio l’Istruzione, l’Università e la Ricerca.

Roma, 23 dicembre 2018

La Presidente Anna Azzalin

La risposta del Vice Ministro Fioramonti


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