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Non è ancora una «buona scuola»

Sinopoli (FLC) a RadioArticolo1: "Siamo soddisfatti degli accordi sulle nuove regole della mobilità del personale. Il clima è cambiato, ma non tutti i problemi sono risolti. Resta il nodo di fondo di avere a che fare con una riforma decisamente sbagliata".

19/04/2017
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Rassegna.it

da Rassegna.it

Le regole sulla mobilità del personale, le deleghe sugli insegnanti di sostegno, la valutazione dei presidi, le risorse da destinare al contratto, le sofferenze del personale Ata. Sono i tanti argomenti legati alla scuola su cui è intervenuto ai microfoni di RadioArticolo1 Francesco Sinopoli, segretario generale Flc (la Federazione dei lavoratori della conoscenza Cgil).

Siamo soddisfatti del risultato raggiunto con l’accordo del 4 aprile – ha esordito il dirigente sindacale –, perché si pone un limite alla chiamata diretta del dirigente scolastico, che era un’insensatezza della legge 107/2015. D’ora in poi, verrà coinvolto il collegio dei docenti, che si esprimerà con delibera vincolante rispetto ai requisiti necessari per poter essere chiamati nelle scuole, in coerenza con il piano di offerta formativa e questo è un fatto di grande rilievo”.

“In merito agli insegnanti di sostegno, siamo in profondo disaccordo con la scelta adottata dal ministro Fedeli. Riteniamo che la priorità sia stabilizzare i posti di sostegno, piuttosto che inventare nuove modalità burocratiche che non rappresentano la soluzione al problema. Le scelte delle deleghe non sono state accolte con serenità e mano a mano che saranno applicate i dissensi nella scuola cresceranno. Siamo per abrogare gran parte delle nuove norme e per riaprire una discussione pubblica, a partire dal diritto allo studio, passando per la condizione del personale. Resta il nodo di fondo di avere a che fare con una riforma, la ‘buona scuola’, profondamente sbagliata e lo faremo pesare nei prossimi mesi”, ha continuato il sindacalista.

Sulle assunzioni dei precari - prosegue Sinopoli -, l’unico nostro correttivo accolto rispetto all’impostazione di partenza è quello riguardante un piano straordinario di reclutamento, che dovrebbe accompagnare la delega sulla riforma del reclutamento a partire dal 2020. La cosa più importante è che si proceda con il piano straordinario, perché bisogna colmare i vuoti e gli errori fatti dal piano precedente del governo Renzi. E poi serve soprattutto l’intervento sugli organici: anche lì bisogna agire subito, in base agli impegni assunti”.

Sull’annosa questione dell’organizzazione scolastica - ha precisato il leader del sindacato della conoscenza - , ribadiamo che la figura del dirigente scolastico che decide tutto da solo è un’insensatezza: un’idea che non può funzionare e che produce un effetto a cascata negativo su dirigenti, docenti e personale Ata. Una sorta di meccanismo competitivo che va su un’ideologia più che su un progetto di organizzazione del lavoro, obiettivo che si prefiggeva per l’appunto la ‘107’. Naturalmente lo contestiamo e riteniamo che nel prossimo ccnl tali aspetti della normativa vadano del tutto ribaltati e si possa ricostruire un’organizzazione del lavoro condivisa, dove abbiano un ruolo sindacati, Rsu e collegi dei docenti, con la programmazione dell’offerta formativa”.

Per quanto attiene alle risorse da destinare al contratto, abbiamo segnalato che il Def non è sufficientemente chiaro su questo punto e se non ci sarà una risposta esaustiva da parte del governo credo che i lavoratori della scuola debbano far sentire con forza la loro voce. Il ccnl va rinnovato e devono esserci i fondi sulla base agli impegni sottoscritti con l’accordo del 30 novembre scorso. Per noi, questo è un obiettivo prioritario, e prima ancora vogliamo una modifica delle norme che regolano i rapporti di lavoro nel pubblico impiego, per ripristinare la piena podestà negoziale rispetto alla legge. Proprio oggi va in discussione il Testo unico del pubblico impiego, in quanto oggetto di una delle deleghe della riforma”, ha aggiunto Sinopoli.

“Infine, a proposito degli Ata - ha concluso il numero uno Flc -, c’è una sofferenza enorme che riguarda gli organici. Anzi, è il punto di maggior sofferenza tra il personale della scuola. Ai collaboratori scolastici, tecnici e amministrativi andrebbe garantita una formazione adeguata. È un personale su cui porre attenzione in termini di risorse da investire, dove c’è bisogno di assunzioni e di rafforzare gli organici, perché ormai c’è difficoltà a coprire anche le mansioni base e questa è una vertenza che porteremo avanti con decisione. Di fondo, c’è l’idea che tali addetti siano sempre sostituibili, ma ciò non corrisponde alla realtà. Così come occorre ripensare alle funzioni che svolgono, che peraltro sono aumentate negli anni. Anche qui, con il contratto da rinnovare, si potrà intervenire sull’organizzazione del lavoro per dare un contributo al miglioramento della condizione lavorativa di queste persone”.


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