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Noi, in ritardo sui programmi e impreparati alla maturità

Pubblichiamo una lettera che gli studenti dell'Istituto Superiore Falcone, di Asola, in provincia di Mantova, hanno scritto per spiegare i danni prodotti dalla DAD e le ragioni della loro protesta

11/01/2021
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Il Messaggero

Noi studenti vorremmo condividere il disagio e la frustrazione causata dal continuo rinvio dell'inizio delle lezioni in presenza, di cui veniamo sempre informati con poco preavviso, e alla cui assenza si crede di poter sopperire utilizzando il metodo della didattica a distanza, la quale, tuttavia, a lungo termine si dimostra inefficace. (...)
Siamo stati informati del fatto che le scuole sarebbero state riaperte l'11 gennaio solo pochi giorni prima di questa data, notizia che, con grande rammarico e delusione da parte di tutti noi, è stata ulteriormente smentita rinviando l'inizio delle lezioni in presenza al 25 gennaio (data ipotetica e ancora da verificare).
Sulla base di questo, vi sottoponiamo i seguenti problemi:
1. Organizzazione inefficace, che presenta molte lacune. Soprattutto dal punto di vista della comunicazione. I tempi con i quali veniamo informati delle decisioni sono inadeguati per una buona istruzione. È diventata insostenibile la situazione scolastica, ogni qual volta che vengono pianificate verifiche ed interrogazioni con le corrispondenti ore di studio, una notizia dell'ultimo momento sovverte tutto quanto e dunque l'impegno degli insegnanti e degli studenti sfuma nel nulla. Tale disorganizzazione incrementa lo stress quotidiano (...).
2. Prova di maturità: come maturandi non ci sentiamo tutelati poiché a causa dell'anno scolastico trascorso quasi totalmente online (oltre al secondo quadrimestre dell'anno scolastico 2019/2020), non ci reputiamo pronti a sostenere un esame che sia equipollente a quello degli anni precedenti. Gli ultimi anni dell'istruzione superiore sono sempre stati dedicati a preparare gli studenti ad affrontare la maturità, mettendo alla prova i propri apprendimenti e la propria capacità di collegare ed esporre le proprie conoscenze. Tutti fattori che a causa della didattica a distanza sono stati spesso trascurati o comunque affrontati in minima parte rispetto a quanto sarebbe accaduto in presenza. Inoltre non ci sono state fornite certezze riguardanti la gestione e le modalità di svolgimento della prova di maturità, caposaldo del sistema scolastico italiano, togliendoci la possibilità di prepararci al meglio per sostenerla. Non ci è stato fornito un adeguato orientamento riguardo al mondo universitario, ci sentiamo dunque impreparati anche per quanto riguarda questa scelta, di fondamentale importanza, che a breve dovrà essere presa.
3. Stress psicofisico: con il metodo della DAD noi studenti siamo costretti a trascorrere ben cinque ore o più davanti ad uno schermo che silenziosamente agisce sulla nostra salute. Nei mesi di novembre e dicembre erano state introdotte nell'orario scolastico delle ore asincrone, durante le quali tutti gli studenti dovevano svolgere delle attività in modo autonomo, dunque scollegati dalla videochiamata. Nelle nuove misure prese per la DAD è stato eliminato questo elemento che, anche se in piccola parte, poteva alleggerire lo stress psicofisico che grava ogni giorno sugli studenti di tutta Italia. Inoltre gli studenti sono stati privati delle ore essenziali di attività fisica e socialità. (...)
4. Trasporto pubblico: durante le vacanze estive il Governo, in collaborazione con le regioni, avrebbe dovuto provvedere alla riorganizzazione dei mezzi di trasporto in vista della riapertura a settembre per poterci permette spostamenti in piena sicurezza, ciò non si è verificato e tuttora tale problema persiste, ostacolando dunque la ripresa delle lezioni in presenza.
5. Alcuni studenti hanno difficoltà ad apprendere tramite la DAD e il programma scolastico che si esegue non equivale a quello che viene svolto in presenza. I professori sono costretti a sacrificare parti importanti del programma al fine di adattarlo e renderlo quanto più fruibile per questo nuovo metodo di insegnamento. (...)
In qualità di studenti stiamo vivendo le difficoltà di questa crisi più di quanto si creda e ci sentiamo trascurati da coloro che detengono le redini del nostro futuro. 


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