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"Nessun aiuto a scuola e mio figlio autistico è dovuto tornare a casa"

Intervista al papà di un bambino disabile

16/09/2020
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la Repubblica

Viola Giannoli

ROMA — «Mio figlio era pronto, pronto a tornare in classe con tutti i suoi compagni. E invece per Gianluigi il primo giorno di scuola si è trasformato nell’ennesimo giorno di umiliazione». Francesco Palese ha la voce stanca, la voce di un padre che lunedì mattina ha visto suo figlio, un bambino autistico di 9 anni, tornare a casa dopo appena mezz’ora. All’istituto Pio La Torre di Torrevecchia, un quartiere popolare e popoloso nella zona nord est di Roma, ancora non ci sono, come quasi ovunque, gli insegnanti di sostegno. Solo alla primaria, in quest’edificio a due piani di mattoncini arancioni, ne mancano 9 su 16. E così la scuola è iniziata ma non per tutti.

Cos’è successo lunedì mattina al primo suono della campanella?

«Mia moglie è uscita per portare nostro figlio maggiore a scuola e lì ha scoperto che l’insegnante di sostegno che era stato annunciato non c’era. Il tempo di un saluto, di informarsi, poi insieme al bambino è tornata a casa».

Non c’era nessuno disposto ad assistere vostro figlio?

«C’è l’assistente scolastico che lo accompagna al bagno o lo aiuta con il pranzo, ma quest’anno deve dividersi tra due scuole e lunedì non era disponibile alle 8 del mattino. Gli altri insegnanti hanno da fare con le nuove classi. Ma il mio bambino ha diritto a un docente specializzato, non è giusto affidarsi alla generosità di una maestra libera o di un bidello; non è scuola quella, è una soluzione tappabuchi. Sono stanco di vedere mio figlio, insieme ad altri 280mila ragazzi in Italia, trattato peggio di un cane. Sono stanco di scrivere lettere, contattare i giornali, partecipare a sit-in come ieri mattina davanti alla scuola per denunciare la violazione del suo diritto allo studio».

A quante ore di sostegno avrebbe diritto?

«È un bambino che va saputo gestire e va assistito. Io ho chiesto il massimo delle ore, lui beneficia della legge 104 e avrebbe diritto alla copertura per l’intero orario scolastico. Ma sono arrivato al punto di accontentarmi anche di 4 ore al giorno, almeno la mattina».

Quando inizierà la scuola per lui?

«Ieri il dirigente scolastico, Giulio Silvestro, ci ha comunicato con una nota che l’istituto comprensivo Pio La Torre ha provveduto a effettuare le convocazioni sui nove posti di sostegno della scuola primaria mancanti. I docenti sono stati convocati per domani e ricopriranno l’incarico per 10 giorni».

E poi cosa accadrà?

«La nota del preside recita così: "Presumibilmente dal 24 settembre i docenti saranno nominati direttamente dall’Ufficio scolastico regionale del Lazio". Non è colpa della scuola, non ce l’ho con loro, anche ieri hanno ribadito che è un istituto inclusivo e accoglie tutti i bambini anche quando l’organico non è al completo, ma la vita scolastica di mio figlio ora è appesa a un avverbio: ‘presumibilmente’».

Nell’ipotesi migliore il docente di sostegno cambierà comunque nel giro di dieci giorni.

«L’importante è che chiunque arrivi sia un insegnante specializzato. L’ultimo, che per fortuna ha seguito mio figlio per tre anni, lo abbiamo formato noi perché molti insegnanti di sostegno non hanno grande esperienza con l’autismo. Ogni mese pagavamo di tasca nostra 120 euro in formazione».

Oggi sarà un altro giorno senza scuola, come i 195 precedenti. Cosa farete? Proverete a entrare lo stesso in classe?

«Dovrei fare come molte famiglie, rimaste a casa per non subire questa umiliazione perché non è il primo anno che succede e spero sia l’ultimo. Ma la scuola a mio figlio dà tanto e anche se io sono in smart working vorrei ci stesse il più possibile; vivo nel terrore di un nuovo lockdown quando ha perso il sostegno, l’assistenza, lo sport, le terapie, tutto».


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