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Nei campi del potenziamento, dove nascono e muoiono le ultime speranze….

di Pippo Frisone

24/09/2015
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ScuolaOggi

 anche la tanta attesa fase c) quella dell’organico potenziato sta per prendere il via.

La circolare che detta istruzioni, campi dettagliati e specifici d’intervento, procedure e vincoli  di quello che vuole essere il fiore all’occhiello della Buona Scuola è stata firmata.

Assegnare alle scuole  48.812 mila posti comuni aggiuntivi cui vanno aggiunti  7.446

posti di potenziamento di sostegno. Questo è quanto previsto perlomeno sulla carta.

Il cronogramma del Ministero prevede che ogni scuola dal  10 al 15 ottobre invii al SIDI il

proprio fabbisogno, individuando e qualificando le risorse all’interno dei campi predisposti.

Entro il 22 ottobre gli USR valutano e girano le richieste delle scuole al Miur che tra il 12 e il 20

Novembre assegnerà alle scuole le risorse del potenziato alle scuole.

L’individuazione dei campi, 6 nel primo e 7 nel secondo ciclo, pur se distinti e articolati  si somigliano molto e si attraversano oltre che nei titoli anche nelle finalità.

Nel primo ciclo sono 6 e comprendono : 1) potenziamento umanistico-socio-economico e per la legalità 2) potenziamento dell’arte e della musica 3) potenziamento motorio 4) potenziamento dei laboratori 5) potenziamento linguistico 6) potenziamento scientifico

Nel secondo ciclo i campi invece sono 7 : 1) potenziamento linguistico 2) potenziamento umanistico 3) potenziamento scientifico 4) potenziamento artistico-musicale 5) potenziamento socio-economico e per la legalità 6) potenziamento motorio 7) potenziamento laboratoriale

E’ previsto anche il potenziamento sul sostegno a partire dalla stabilizzazione dei posti in deroga.

Quanto all’esonero dei vicari ,il posto dovrebbe coincidere con quello prescelto dalle scuole e ove

ciò non fosse possibile il posto si perde non solo a livello di scuola ma anche regionale.

Quanto delineato sopra è ahimè solo il punto di partenza.

La prima questione è che non potranno essere accolte tutte le richieste delle scuole.

Fossero sei o sette per ogni scuola e lasciando fuori CIPIA e istituzioni educative, i 48.812

non basterebbero a soddisfare quanto richiesto. Almeno tre per ogni scuola, invece, verrebbero

garantiti ed è quello che con molta probabilità si verificherà, salvo strappi e contorsioni ad alcuni commi della L.107. E vediamo come e perché. Sono in 63mila i precari rimasti nelle graduatorie nazionale dopo la tormentata e poco trasparente fase b).  Contrariamente a quest’ultima fase,

distinta per ordini di scuola e insegnamenti curriculari, la fase c)  del potenziamento è stata pensata

non per curricoli ma per campi d’intervento, ben più ampi e flessibili, rompendo alcune rigidità non

solo legate alle singole classi di concorso ma anche tra i due cicli dell’istruzione. Può capitare così che un docente della secondaria vada alla primaria o che uno delle medie alle superiori e viceversa.

Ma quello che forse è l’elemento più positivo nella distribuzione delle risorse dell’ultima fase, potrebbe alla fine non bastare a soddisfare tutte le richieste delle oltre 8.100 istituzioni scolastiche.

Non bisogna dimenticare la carenza di docenti, sin dalla fase zero, in alcune aree tecnico-scientifiche. Per non parlare dei 7mila posti di sostegno rimarranno quasi tutti vuoti per assenza  di specialisti  .

E ancora, parte dei 63mila docenti in attesa di nomina in ruolo, hanno accettato una supplenza

annuale nelle loro province. Come avvenuto per la fase b) resteranno a completare le supplenze

(comma99). I posti rimasti vacanti non saranno, invece, coperti con supplenze (comma95).

Basterà la letterina scritta a Tuttoscuola da qualche solerte funzionario del Miur per aggirare

un divieto di legge? E poi c’è il Tesoro che non vede l’ora di lucrare qualche risparmio anche sulla

scuola. Ove rimanessero, eventualmente scoperti, 10mila posti, farebbero rientrare nelle casse dello Stato almeno 340milioni. Una cifra troppo ghiotta per il Tesoro per lasciar  coprire con le supplenze  

i posti rimasti vacanti, nonostante il divieto della L.107.

A tutto ciò vanno aggiunti gli oltre 8mila posti che andranno in sostituzione degli attuali vicari scelti dalle scuole.

In conclusione, a conti fatti e al netto delle supplenze brevi,  il rischio di delusione  sarà molto forte quando le scuole scopriranno che di risorse aggiuntive ne rimarranno ben poche rispetto a quelle programmate.

Del resto come si poteva pensare di abolire anche le supplenze  ( lo scorso anno 143.652, dati Miur 2015) con appena 102mila posti , quando la Buona Scuola non è riuscita a coprire nemmeno tutti i posti dell’organico curricolare e di sostegno?

E infine, per ultimo ma non di poco conto come pensare di realizzare i progetti individuati col potenziato senza un corrispondente potenziamento anche dell’organico ATA?

La fase c) , ripetendo gli errori delle fasi precedenti, difficilmente riuscirà a portare

all’incasso tutti gli obiettivi che si prefiggeva. Il rischio di una riforma azzoppata è oramai evidente.

E se quella giocata sulle assunzioni era una partita piena di buone intenzioni mal programmate, per quanto riguarda il resto (merito, superpoteri del Ds, chiamata diretta ecc..) non c’è da aspettarsi solo rose e fiori, come nei campi del potenziamento, dove possono nascere e morire le ultime speranze  della Buona Scuola .