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Messaggero: Tre Nobel e seicento docenti:«Abolite il numero chiuso»

Un “no” che diventato una lettera inviata alle più alte cariche dello Stato, dal presidente della Repubblica fino ad una lunga schiera di ministri. Tra i firmatari, tre premi Nobel: Rita Levi Montalcini, Dario Fo e Louis J.Ignarro che ha avuto il riconoscimento per la Medicina

10/10/2009
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Il Messaggero

CARLA MASSI
ROMA - Oltre mille intellettuali dico “no” al numero chiuso nelle università. Un “no” che diventato una lettera inviata alle più alte cariche dello Stato, dal presidente della Repubblica fino ad una lunga schiera di ministri. Tra i firmatari, tre premi Nobel: Rita Levi Montalcini, Dario Fo e Louis J.Ignarro che ha avuto il riconoscimento per la Medicina. A fare la raccolta delle firme e il passaparola è stato il “Progetto nazionale prometeo”, un sito di riferimento per professori e studenti universitari. Una sola proposta: rivedere il numero chiuso perché, si legge nel protocollo, «non è meritocratico, anzi è socialmente discriminante e non premia i migliori». Dalla proposta alla denuncia: «Il numero chiuso è sostenuto da interessi economici e di potere che nulla hanno a che fare con l’istruzione e la preparazione degli studenti». Nel lungo elenco di coloro che vorrebbero tornare al ritorno al libero accesso universitario anche seicento docenti universitari. C’è Margherita Hack, c’è Massimo Cacciari ma anche Gabriele Lavia, Franco Battiato, il poeta Valerio Magrelli e lo scrittore Guido Ceronetti.
Un gruppone silenzioso che ha messo giù una vera e propria controriforma in grado, se applicata, di sovvertire le regole in tutte le università. Il “manifesto” non solo chiede l’ingresso libero negli atenei ma dà una diversa lettura alla scelta del numero chiuso. Non solo, secondo gli intellettuali, uno strumento per contingentare i laureati. Anzi, dicono che «si sta facendo abuso anche in facoltà non previste dalla legge, laddove scarseggiano i messi per fronteggiare le richieste». Un discorso a parte viene fatto per Medicina dove il numero chiuso è stato introdotto da oltre un decennio. I firmatari ribattono: «In realtà si assiste una rapida e progressiva carenza di medici che ha allarmato tutte le sigle di categoria e gli stessi atenei. Si parla già di dover importare i camici bianchi dall’estero». In realtà il contingentamento, proprio quest’anno, ha tenuto a bada il boom di richieste proprio per Medicina. Un’esagerazione nonostante le disponibilità siano salite di un dieci per cento. Un esempio è Roma. Quest’anno si sono contate 13.734 domande a fronte di 1264 posti. A Tor Vergata è entrato un candidato su 13, alla Cattolica uno ogni 19, alla Sapienza uno ogni sette. Oltre Medicina hanno il numero chiuso anche Odontoiatria, Veterinaria, Architettura e Scienze della formazione primaria. E intanto la Sapienza ha l’obiettivo di mettere test d’ingresso per tutti. Obbligatori ma non vincolanti.


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