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Messaggero-quello che sarà

Quello che sarà "No al centralismo della destra, no alla riforma Moratti, sì alla scuola dell'autonomia". E' un coro unanime quello degli amministratori locali, compreso il sindaco di Rom...

22/05/2002
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Il Messaggero

Quello che sarà

"No al centralismo della destra, no alla riforma Moratti, sì alla scuola dell'autonomia". E' un coro unanime quello degli amministratori locali, compreso il sindaco di Roma Walter Veltroni, che ieri si sono dati appuntamento a palazzo San Macuto per il convegno "Autonomie e Scuola. Gli enti locali e le politiche centraliste della destra".
Moderatrice di turno l'assessore capitolino alle politiche educative, Maria Coscia, presente anche l'ex ministro Luigi Berlinguer. Al centro del dibattito la proposta del ministro dell'Istruzione, Letizia Moratti, per ora un disegno di legge all'esame del Senato, per consentire l'anticipo dell'ingresso nelle scuole materne ed elementari, rispettivamente a due anni e mezzo e 5 anni e mezzo. Per i rappresentanti dei sindacati, delle associazioni di categoria, degli enti locali e delle forze politiche del centro sinistra, quella della Moratti non è una controriforma ma rappresenta un vero e proprio terremoto, vittime del quale - a detta dei sindaci ed amministratori locali - ancora una volta sono i comuni, perché sarebbero investiti di inaspettati e pesantissimi carichi di spese.
La posizione unitaria dei Comuni è stata espressa, in questi giorni, dall'Anci (Associazione nazionale comuni italiani), ed è eloquente: "La proposta Moratti, al di là del merito del progetto educativo contenuto, risulta impraticabile dal punto di vista operativo per mancanza di tempi, di risorse e di strutture adeguate". Veltroni, sebbene dia un giudizio positivo sulla scuola pubblica romana, resta scettico: "La scuola pubblica di Roma e Lazio gode di buona salute perché abbiamo triplicato i fondi per l'edilizia scolastica - spiega il primo cittadino di Roma - Il rischio, invece, è quello di trovarci davanti una situazione ingovernabile. Con l'anticipazione scolastica significherebbe aprire 122 nuove sezioni per la scuola materna e 142 nuove sezioni per quella elementare. Per fortuna nella Capitale l'incremento demografico è sostenuto".
E ancora: "Una cosa è certa - prosegue Veltroni - c'è il pericolo del sommarsi del centralismo statale al centralismo delle regioni, anziché crearsi quel rapporto fra autonomia scolastica e territoriale". Maria Coscia ha presentato uno studio, realizzato dal suo assessorato, sulla situazione della Capitale.
"Ci siamo preoccupati per tempo di capire gli effetti di un eventuale applicazione del disegno di legge che prevede l'anticipazione scolastica - dice Coscia - In tal caso il Comune dovrebbe farsi carico di una spesa che va dai 20 ai 32 miliardi di lire (circa 16 milioni di euro) in più rispetto agli attuali 237 miliardi di lire annui (circa 121 milioni di euro) per la scuola dell'infanzia e di 9 miliardi di lire (circa 4 milioni e seicentomila euro) in più rispetto agli attuali 38 miliardi (poco meno di 20 milioni di euro) per la scuola elementare. Inoltre servirebbero nuove aule, nuovi spazi che non abbiamo, oltre a un personale docente qualificato. Tutto questo non si può improvvisare entro settembre prossimo, è impensabile oltre che impossibile".
Ma Coscia assicura: "Il Comune di Roma non farà la battaglia contro la Moratti, sebbene sosterrà sempre le scuole dell'autonomia. Resto del parere che se proprio dovesse decollare l'anticipazione scolastica, almeno che sia organizzata al meglio, soprattutto per il bene dei più piccoli".


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