FLC CGIL
Contratto Istruzione e ricerca, filo diretto

https://www.flcgil.it/@3767837
Home » Rassegna stampa » Rassegna stampa nazionale » Messaggero-Londra cambia la scuola

Messaggero-Londra cambia la scuola

Martedì 16 Luglio 2002 Il governo Blair destina all'istruzione il 6% del Pil. Obiettivo: nel 2010 un laureato su ...

17/07/2002
Decrease text size Increase text size
Il Messaggero


Martedì 16 Luglio 2002
Il governo Blair destina all'istruzione il 6% del Pil. Obiettivo: nel 2010 un laureato su due
Premi, paghette e carcere:
Londra cambia la scuola

di ROBERTO BERTINETTI

ROMA - Un aumento delle risorse disponibili per le scuole e per gli insegnanti di oltre dodici miliardi di sterline ogni anno sino al 2006, incentivi economici per i ragazzi che accettano di continuare a frequentare le aule al termine del ciclo dell'obbligo, un robusto taglio degli assegni familiari, un inasprimento delle pene detentive già previste per i genitori che non intervengono per impedire ai figli di disertare le lezioni. Questi, in sintesi, i punti più importanti del piano messo a punto a Londra per riqualificare il sistema formativo pubblico britannico presentato ieri al Parlamento dal ministro Gordon Brown.
L'obiettivo, ha precisato il Cancelliere dello Scacchiere, è far salire gli investimenti nel settore sino al sei per cento del prodotto interno lordo, una percentuale più alta di quella americana e della media dei paesi europei. Il ministro ha poi aggiunto che per il governo di Tony Blair il miglioramento della scuola pubblica rappresenta una priorità assoluta, "costituisce la via maestra per garantire un futuro alla nostra economia, vincere la disoccupazione, battere la criminalità e il razzismo".
Le misure annunciate da Gordon Brown si inseriscono all'interno di un ampio disegno per rafforzare la presenza statale in settori rivoluzionati dalle privatizzazioni avviate dai conservatori durante gli anni Ottanta e Novanta. I laburisti avevano posto il tema al centro della campagna elettorale della scorsa primavera, sottolineando le pesanti ricadute sul piano sociale causate dal divario tra una scuola privata di ottima qualità, disponibile solo per una ristretta élite, e una scuola pubblica di massa indebolita dalle leggi varate tra il 1985 e il 1988 da Margaret Thatcher, che imponevano l'autonomia finanziaria per ogni istituto. Le riforme dei conservatori hanno penalizzato a lungo le scuole collocate nelle aree meno sviluppate del paese, che non potevano contare sui finanziamenti delle industrie o degli istituti di credito.
Ora il governo Blair inverte la tendenza, garantendo ai presidi un contributo statale decisamente più alto di quello versato sino ad oggi (si passa, in media, da centomila sterline all'anno a centocinquantamila) e incentivi economici per gli insegnanti che accettano di trasferirsi nelle zone con maggiori carenze sotto il profilo educativo. Una "paghetta" settimanale sino a un massimo di 40 sterline viene poi riservata ai ragazzi che, a sedici anni, scelgono di non entrare subito nel mondo del lavoro e terminano l'intero ciclo della scuola secondaria. Potranno così raggiungere una preparazione adeguata per tentare l'ingresso all'interno di un sistema universitario assai selettivo, che, ha annunciato di recente in un'intervista il ministro dell'istruzione Estelle Morris, entro il 2010 dovrà laureare almeno il cinquanta per cento dei giovani inglesi.
Il piano presentato dal governo Blair al Parlamento di Londra è stato accolto con favore dagli insegnanti, dalle associazioni dei presidi e dai sindacati. L'unico punto sul quale non si registra unanimità di vedute riguarda l'irrigidimento delle misure punitive per i genitori non abbastanza attivi nell'impedire le assenze dei figli da scuola, introdotte per la prima volta la scorsa primavera, la cui validità viene contestata da una parte della sinistra laburista. I sostenitori del progetto di repressione replicano ricordando che, secondo un'indagine del Ministero dell'Interno, l'ottanta per cento dei ragazzini che preferiscono trascorrere la mattina in un centro commerciale piuttosto che in un'aula può contare sulla tacita complicità della famiglia.
Per combattere le assenze volontarie il governo punta a responsabilizzare i genitori e ha scelto di ridurre il sussidio alle famiglie che non collaboreranno. In Gran Bretagna una legge approvata nel 1945 permette a ogni famiglia, indipendentemente dalla condizione economica in cui si trova, di ricevere dallo Stato quasi sedici sterline a settimana per il primogenito minorenne e circa 11 per ogni altro bambino. La normativa attualmente in vigore, che prevede un taglio dei contributi e una pena detentiva sino a sessanta giorni di carcere per i genitori poco attenti ad imporre ai figli la frequenza della scuola dell'obbligo, sta già producendo risultati definiti "significativi" da Estelle Morris. L' inasprimento delle sanzioni annunciato ieri dovrebbe garantire una riduzione ulteriore del numero degli "assenteisti" in un paese che sta investendo ingenti risorse sulla scuola pubblica e punta sul miglioramento del sistema formativo per mantenere alta la competitività del suo sistema economico.



La nostra rivista online

Servizi e comunicazioni

Seguici su facebook
Rivista mensile Edizioni Conoscenza
Rivista Articolo 33
Filo diretto sul contratto
Filo diretto rinnovo contratto di lavoro
Ora e sempre esperienza!
Servizi assicurativi per iscritti e RSU
Servizi assicurativi iscritti FLC CGIL