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Messaggero-cari studenti, non abbiate paura

CARI STUDENTI, NON ABBIATE PAURA di DOMENICO ZAMPAGLIONE* CARI ragazzi delle scuole romane, un vostro compagno se ne è andato, mettendo fine volontariamente alla sua giovane vita e io che s...

25/04/2002
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Il Messaggero

CARI
STUDENTI,
NON ABBIATE
PAURA
di DOMENICO ZAMPAGLIONE*

CARI ragazzi delle scuole romane, un vostro compagno se ne è andato, mettendo fine volontariamente alla sua giovane vita e io che sono il suo preside sto male, per non averlo potuto aiutare, per non avergli potuto parlare. Stamattina sono andato nella sua aula, c'erano i suoi compagni e i suoi professori, tanti mazzi di fiori bianchi; nella scuola c'era silenzio e commozione. Poi più tardi la sua classe, con la professoressa di latino, è uscita dal Liceo per il parco di Villa Gordiani; volevano stare soli, a parlare e a manifestare più liberamente i propri sentimenti, a liberare i ricordi e le lacrime.
Federico se n'è andato perché era un bravo ragazzo, perché era troppo bravo ragazzo per accettare una battuta di arresto nel suo rendimento; voleva probabilmente essere ineccepibile, essere nella scuola come era nello sport, dove aveva conquistato il titolo di campione provinciale di corsa campestre, uno che non delude mai il suo allenatore, i suoi professori, i suoi genitori; invece la sua momentanea défaillance scolastica lo aveva precipitato in una crisi di sfiducia, era forse convinto di aver tradito le aspettative, di aver dato dolore e delusione a quelli che avevano fiducia in lui.
Vorrei dire però a voi quello che non ho potuto dire a lui. Ragazzi, dobbiamo parlare, parlarci; e non parlare solo di storia o di latino ma parlare della vita, attraverso la storia e il latino, tirar fuori il nostro modo di sentire e di giudicare, al di là dei ruoli codificati di professori e studenti, genitori e figli; parlare delle speranze e della tristezza, dell'amore e di quella fatica che comunque non possiamo togliervi, la fatica di crescere, che faceva dire ad un poeta scomparso, Pier Paolo Pasolini: "Piange ciò che cresce, anche per farsi migliore". Ma in questa fatica avete il diritto di averci come compagni di strada, non giudici o censori. Ed avete diritto a non aver paura, paura del giudizio degli altri, paura del futuro, paura di essere fuori dello standard comunemente accettato, paura di essere tagliati fuori dalla gara impietosa del successo.
Avete diritto alla diversità: se qualcuno vuole fare di voi pezzi omologati di un meccanismo di produzione, giovani consumatori che diverranno produttori, la scuola non può adeguarsi a questo progetto ma deve farvi diventare persone, originali nelle prospettive, nei talenti, nei progetti di vita; da questa diversità nasce un'infinita ricchezza per tutta la società. Avete diritto a una scuola che serenamente possa accompagnarvi verso l'età adulta e a noi sta il dovere di cercare di costruirla per voi, insieme a voi.
*preside

del Liceo Scientifico

"Tullio Levi Civita"