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Messaggero-Aprea: A dicembre Stati generali della scuola

Aprea: "A dicembre Stati generali della scuola per discutere la riforma" dal nostro inviato ANNA MARIA SERSALE VERONA - "Stiamo preparando gli "Stati generali" della scuola. Parteciperanno ...

24/11/2001
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Il Messaggero

Aprea: "A dicembre Stati generali della scuola
per discutere la riforma"
dal nostro inviato

ANNA MARIA SERSALE

VERONA - "Stiamo preparando gli "Stati generali" della scuola. Parteciperanno tutti, genitori, studenti e insegnanti. Si prevede una grande consultazione, che servirà a discutere dei problemi e a raccogliere i pareri di chi nella scuola vive e lavora". Lo afferma il sottosegretario all'Istruzione Valentina Aprea, intervenuta a Verona alla seconda giornata dei lavori del "Job scuola".
Quando verranno convocati gli "Stati generali"?
"L'avvio è imminente. C'è già una data, il 18 e 19 dicembre. Intanto, attraverso il sito Internet del ministero, www.istruzione.it, è già possibile inviare messaggi".
La legge varata dall'Ulivo sui Cicli è congelata, la consultazione prepara la nuova riforma?
"Certo, siamo coerenti con quanto annunciato: la nuova riforma non verrà calata dall'alto. Terrà conto della volontà di chi lavora nel mondo dell'istruzione".
La scuola è sottoposta a cambiamenti epocali. Il federalismo potrebbe comportare un'altra rivoluzione. Molti pensano che le regioni più deboli finiranno per avere scuole di serie "B". Che ne pensa?
"Non capisco perché si parli tanto di rischi. Dopo avere criticato per decenni il governo centralistico, burocratico, rigido, che soffocava la scuola, ora si ha paura del cambiamento. Ma che problema c'è se le diverse Regioni si organizzeranno secondo le loro esigenze? Che problema c'è se la Calabria troverà soluzioni proprie, diverse da quelle della Lombardia, non era ciò che volevamo? Eppoi, le disparità, ma chi le vuole? C'è un allarme ingiustificato. Per gli interventi si prevede una "cabina di regia"".
C'è il rischio, comunque, di avere venti modelli di scuola quante sono le regioni. E c'è il rischio di perdere il valore nazionale dell'istruzione.
"Ma nemmeno per sogno. Standard delle scuole e obiettivi formativi saranno comuni. Modalità e strumenti per raggiungere gli obiettivi, invece, saranno liberamente decisi dalle scuole e dai governi locali. Comuni, Province, Regioni e Aree metropolitane saranno sullo stesso piano. Il monopolio del pubblico è morto. Allo Stato resterà la funzione strategica di coordinamento, di indirizzo. Gli unici elementi da costruire in fretta sono la valutazione e il controllo".
I professori smetteranno di essere "statali"? Verranno trasferiti alle Regioni?
"Non possiamo dare una risposta precisa, ma il dado è tratto, c'è già una norma che lo consente e potrebbe esserci questo tipo di evoluzione. Ne è un esempio Trento".
E' un tema scottante, ci sono già tensioni tra gli insegnanti delle statali e delle private.
"Dovrebbero prevalere l'interesse dei ragazzi e la qualità della scuola. Bisognerebbe mettere da parte i vecchi concetti che "statale è bello e buono" e "privato brutto e cattivo"".


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