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Medicina, rivoluzione delle scuole post-laurea chirurghi in 5 anni

Dopo mesi di annunci il ministro dell’Istruzione, Stefania Giannini, ha firmato il decreto sul riordino delle scuole di specializzazione in Medicina.

02/02/2015
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la Repubblica

SCUOLA
ROMA La prima pietra è stata posta. Dopo mesi di annunci il ministro dell’Istruzione, Stefania Giannini, ha firmato il decreto sul riordino delle scuole di specializzazione in Medicina. Una rivoluzione, promettono da viale Trastevere, che punta a semplificare il percorso didattico dei giovani medici e guadagnare del tempo per la loro immissione sul mercato del lavoro. Si riducono gli anni per circa 30 scuole e si ridimensionano, attraverso accorpamenti ed eliminazioni, le strutture che passano dalle attuali 61 a 55. Ora manca solo la firma del ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, chiamata ad approvare il piano di riordino.
IL RIORDINO

Sette saranno le scuole che verranno eliminate o accorpate. Medicina tropicale confluirà in Malattie infettive, Neurofisopatologia in Neurologia, Chirurgia dell’apparato digerente in Chirurgia generale (che nel frattempo riduce la durata del corso da 6 anni a 5), Tossicologia medica sarà accorpata a Farmacologia. Spariscono, poi, le scuole di Odontoiatria clinica generale e Medicina aeronautica e spaziale. Seguono le riduzioni. Non esisteranno più scuole con percorsi di sei anni. Per cinque scuole – Statistica sanitaria, Fisica medica, Chirurgia orale, Ortognatodonzia e Odontoiatria pediatrica – gli anni di corso saranno 3, per 34 scuole, tra cui Dermatologia, Endocrinologia, Neuropsichiatria infantile, gli anni scendono da 5 a 4, mentre 16 scuole seguiranno il quinquennio di specializzazione. Chirurgia generale e Neurochirurgia recupereranno un anno, mentre il percorso resterà invariato per 14 scuole tra cui Ginecologia, Pediatria, Chirurgia pediatrica, Anestesia e rianimazione, Oncologia medica. Ma il decreto, firmato dalla Giannini, non punta solo a ridurre i tempi, perché il provvedimento mette mano anche agli ordinamenti didattici e rivede la distribuzione dei crediti. La formazione dovrà riguardare per il 70% attività professionalizzanti, vale a dire pratiche e di tirocinio. Gli specializzandi potranno fare il loro percorso all’interno di una rete formativa che non contempla più solo i reparti dei policlinici, ma si apre alle aziende sanitarie e ospedaliere delle regioni. In questo modo il ministero, che promette già per il prossimo concorso un numero maggiore di borse di studio con 700 assegni in più grazie a fondi extra, conta di aumentare anche il contributo regionale che per il precedente concorso aveva messo a disposizione la copertura di 504 assegni.
Tuttavia, i risparmi veri e propri, prodotti dalla rimodulazione delle scuole, non si avranno nell’immediato. «I primi reali risparmi – spiega il segretario del sindacato giovani medici italiani, Walter Mazzucco – si avranno solo nei prossimi due/tre anni dal momento che il provvedimento riguarda i nuovi specializzandi ed è opzionale per gli studenti che sono al terzo anno, mentre è inutile per chi è al quarto anno».
IL CONCORSO

Un altro capitolo riguarda sia l’accesso alla facoltà di Medicina sia il nuovo concorso per gli aspiranti specializzandi. Per quanto riguarda il primo, il ministro Giannini dopo le promesse di passare al modello francese ha dovuto fare un passo indietro rimandando a data da destinarsi la modifica per l’ingresso nella facoltà. Restano i test, da svolgere presumibilmente il prossimo settembre, con l’unica promessa di rivedere la tipologia delle domande e la preparazione dei candidati che potrebbe passare direttamente nelle mani delle università, bandendo tutti quei corsi – veri o presunti – che promettono a cifre altisonanti la preparazione adeguata dei candidati. Per il concorso specializzandi relativo all’anno 2015/2016, il dicastero dell’Istruzione dovrebbe riuscire a licenziare il bando entro il 28 febbraio. Da allora, per legge, si dovranno aspettare sessanta giorni per lo svolgimento delle prove. Ancora da chiarire a chi affidare il delicato compito sulla trasmissione delle domande in formato elettronico alle varie sedi concorsuali.
Camilla Mozzetti