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Medicina, emendamento del governo per ridurre la durata delle scuole di specializzazione

Con i soldi risparmiati si potrebbero erogare più borse, come promesso dal ministro Bussetti. Ma vi è il rischio che l’Europa non riconosca più i titoli rilasciati dall’Italia

01/12/2018
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Corriere della sera

Il ministro Bussetti lo aveva promesso già a ottobre in un’intervista al Corriere, dopo la gaffe sul finto annuncio dell’addio al numero chiuso a Medicina. Il vero imbuto nel percorso di formazione dei futuri medici - aveva detto - è quello fra la laurea e l’accesso alle scuole di specializzazione. Per questo già dall’anno prossimo aumenteremo il numero delle borse a disposizione. Già, ma con quali soldi? Secondo un’anticipazione del Quotidiano Sanità, il governo starebbe lavorando a un emendamento alla legge di Bilancio che prevede una riduzione della durata delle scuole di specializzazione che consentirebbe di risparmiare parecchi soldi con i quali appunto finanziare più borse. «La durata dei corsi delle Scuole di formazione specialistica di area sanitaria ad accesso riservato ai medici - si legge nell’emendamento - è ridotta rispetto a quanto previsto nel decreto del Ministro dell’istruzione, dell’università e della ricerca, di concerto con il Ministro della Salute, 4 febbraio 2015, n. 68, pubblicato nel supplemento ordinario n. 25 alla Gazzetta Ufficiale del 3 giugno 2015, n. 126, nel rispetto della durata minima prevista dalla normativa europea in materia, riorganizzando altresì le classi e le tipologie di corsi di specializzazione medica».

Noi e l’Europa

Attualmente le scuole di specializzazione durano fra i quattro e i cinque anni secondo criteri concordati con gli altri Paesi comunitari. Ecco perché fra i medici ha già iniziato a circolare un certo allarme rispetto al fatto che questa sforbiciata nella durata dei corsi possa mettere a rischio il sistema di riconoscimento dei titoli in ambito europeo. Perché le nuove disposizioni entrino in vigore non basterà che l’emendamento sia approvato. Sarà necessario un decreto del Miur di concerto con il Ministero della Salute da emanarsi entro 120 giorni - quattro mesi - dall’entrata in vigore della manovra. Mentre nelle intenzioni del governo la nuova durata dei corsi dovrebbe applicarsi già a chi si è iscritto al primo anno nel 2017-18. Gli altri, esclusi gli specializzandi al penultimo e ultimo anno, potranno decidere «se optare per il nuovo ordinamento riordinato alla luce della nuova durata o, in alternativa, concludere il proprio percorso formativo secondo gli Ordinamenti previgenti». «Eventuali risparmi derivanti dall’applicazione del presente comma – si legge nel testo visionato dal Quotidiano Sanità - sono destinati all’incremento del numero dei contratti di formazione specialistica medica».


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