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Medicina, debutta il concorso nazionale

Da quest’anno i test per l’accesso alle scuole di specializzazione si terranno con una selezione telematica identica in tutta ItaliaUna procedura contro le raccomandazioni e le baronie locali Si punta a prove centralizzate anche per l’ingresso nelle facoltà

22/04/2014
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Il Messaggero

IL DECRETO
ROMA La prima pietra fu gettata dall’ex ministro all’Istruzione Maria Chiara Carrozza. Ora, la nuova responsabile del dicastero di viale Trastevere, Stefania Giannini, riprendendo in mano il progetto e modificandolo, prosegue nell’intento di rivoluzionare il mondo universitario e vara il decreto sull’accesso alle scuole di specializzazione di Medicina. Un cambio di passo importante che, vestendo gli abiti del concorso nazionale, si appresta a dare un colpo di spugna alle tanto conosciute baronie mediche locali. L’obiettivo è rendere più trasparente l’accesso a una scuola di specializzazione, attraverso un concorso unico e nazionale che finalmente toglierebbe agli studenti di medicina l’imbarazzo di stazionare come volontari in un reparto, prima ancora del conseguimento della laurea, nella sola speranza di accattivarsi il benestare di qualche professore e avere quindi più possibilità di accedere a una scuola di specializzazione. Il decreto è pronto ed è stato inviato al Consiglio di Stato. A luglio la pubblicazione del bando.
LE NOVITA’

Le novità più importanti riguardano le modalità di partecipazione. Ben 56 sono le scuole di specializzazione di Medicina in Italia. La durata dei corsi varia a seconda dell’indirizzo. Il minimo è tre anni per medicina generale, il massimo è sei per le specializzazioni chirurgiche. In mezzo ci sono scuole come ginecologia e ortopedia che durano cinque anni. Gli esami per il prossimo anno accademico si terranno a ottobre. Ciascun candidato, al momento della domanda di accesso, potrà scegliere complessivamente fino a quattro scuole, anche appartenenti ad aree diverse (medica, chirurgica, servizi clinici). La prova scritta sarà telematica «per consentire una maggiore sicurezza – ha spiegato il ministro Giannini – e una correzione più veloce». Le domande, a risposta multipla, saranno 110. Di queste, settanta si concentreranno su argomenti caratterizzanti il corso di laurea in Medicina e chirurgia, delle restanti quaranta, dieci verteranno su specifiche materie della scuola di specializzazione scelta dal candidato e avranno un peso maggiore in fase di correzione: due punti per le risposte esatte, -0,60 per quelle sbagliate. A questo saranno aggiunti un massimo di 15 punti per i titoli conseguiti dallo studente. Dal prossimo anno, infine, i bandi per l’ammissione alle scuole di specializzazione saranno pubblicati entro il 28 febbraio e le prove si terranno dopo sessanta giorni.
I DATI

A detta del Segretariato italiano giovani medici, il decreto a firma Giannini contribuisce a migliorare il sistema di accesso alle scuole di specializzazione. Ciononostante sono molte le criticità del settore, considerato il numero di candidati che ogni anno tenta di accedere a una scuola, la carenza dei contratti e le difficoltà di un trovare, poi, un posto di lavoro. Dal 2012 a oggi le borse di studio sono passate da 5mila a 3.300. Il ministro Giannini, d’accordo con il ministro alla Sanità, Beatrice Lorenzin, ha assicurato, comunque, la copertura di 3.500 contratti per il prossimo anno accademico e i due dicasteri stanno lavorando per arrivare a 4.500 borse totali. Al prossimo concorso, tuttavia, dovrebbero partecipare circa 12.500 giovani medici, compresi gli esclusi degli anni precedenti. Sicché, dopo l’esame, 8mila studenti resteranno fuori e dovranno emigrare all’estero o aspettare i concorsi del 2015/2016. Altro capitolo che contribuisce a rendere meno rassicurante la situazione è rappresentato dai costi. Se uno studente per il corso di laurea in Medicina spende in media 8.150 euro e altri 10mila per specializzarsi, lo Stato, da parte sua, ogni anno sborsa circa 1,5 miliardi di euro. Cifra questa che dovrebbe essere rivista al ribasso dal governo.
Camilla Mozzetti

 


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