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«Medicina, abolito il test» L'annuncio del governo poi il dietrofront: non ora `

Nell'esecutivo si parla di «errore materiale», di una frase «scappata di mano», dell'enunciazione «troppo ottimistica» di un principio sul quale M5s e Lega sono d'accordo, ovvero allargare gradualmente il numero degli ammessi.

17/10/2018
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Il Messaggero

La norma non è stata ancora scritta ma ieri al ministero dell'Istruzione e a quello della Sanità sono saltati dalle sedie nel leggere il comunicato del Cdm che ha dato il via libera alla legge di bilancio. Sono bastate poche righe della nota - «si abolisce il numero chiuso nelle Facoltà di Medicina e si permette così a tutti di accedere agli studi» per creare l'ennesimo corto circuito all'interno del governo. 
«ERRORE MATERIALE»Nell'esecutivo si parla di «errore materiale», di una frase «scappata di mano», dell'enunciazione «troppo ottimistica» di un principio sul quale M5s e Lega sono d'accordo, ovvero allargare gradualmente il numero degli ammessi.
Insomma «nessuna manina politica», piuttosto un deficit di comunicazione che ha causato confusione e determinato critiche da più parti. Quest'anno, tanto per fare un esempio, sono stati 60mila gli aspiranti medici che hanno tentato di entrare all'università, ma i posti disponibili sono solo 9.779, meno di uno su sei dunque rispetto ai candidati. L'obiettivo sarebbe quello, si apprende, di arrivare a 15mila in tempi brevi, ovvero due o tre anni. 
Per evitare il peggio ci hanno dovuto mettere la faccia i ministri Grillo e Bussetti. Soprattutto il secondo: «Voglio essere sincero ha prima detto ai giornalisti - , a me non risulta questa cosa. Farò le dovute verifiche ma non mi risulta nulla di simile». E poi intorno a mezzogiorno ha concordato una nota con il responsabile della Sanità: la richiesta comune in Cdm è stata «quella di aumentare sia gli accessi sia i contratti delle borse di studio per Medicina». È un auspicio recita il comunicato congiunto «condiviso da tutte le forze di maggioranza che il governo intende onorare. Si tratta chiaramente di un percorso da iniziare già quest'anno per gradi». 
«SISTEMA NON MERITOCRATICO»Dunque una cosa è preparare il terreno, altra è stabilire fin da subito il raggiungimento dell'obiettivo dello stop al numero chiuso a Medicina. Una vera e propria frenata quindi anche se il ministro Grillo dice che «il criterio per accedere alla facoltà di Medicina non è assolutamente meritocratico», non «seleziona i migliori per quella disciplina, ma semplicemente chi ha più memoria».
Nella Lega si sottolinea come i ministri Salvini e Grillo siano sulla stessa lunghezza d'onda, ma per il responsabile della Sanità «i tempi non sono brevissimi, bisogna approcciare il tema con grande responsabilita».
LA CONVOCAZIONEAl momento l'unica vera novità è la convocazione di un tavolo da parte del governo «con tutti i soggetti interessati». Ad annunciarla proprio palazzo Chigi che ha corretto il tiro rispetto al comunicato, parlando del «superamento del numero chiuso per l'accesso alla facoltà di medicina» come di «un obiettivo politico di medio periodo» e della necessità di avviare «un confronto tecnico» con i ministeri competenti e la Conferenza dei Rettori delle università italiane che «potrà prevedere un percorso graduale di aumento dei posti disponibili, fino al superamento del numero chiuso».
Ma al di là del cambiamento di marcia di palazzo Chigi la decisione di inserire il tema nel comunicato sulla legge di bilancio ha creato un terremoto politico. Il Carroccio insiste. Il leghista Tiramani ha presentato una proposta di legge ad hoc. «Io sono da sempre contrario al numero chiuso nelle facoltà scientifiche. C'e' bisogno di ingegneri e medici», dice Salvini. 
L'OPPOSIZIONEMentre Pd e FI sono sulle barricate: «Il governo prende in giro, per pure ragioni elettorali, gli oltre 65 mila ragazzi che ogni anno tentano l'accesso a Medicina», sostiene l'azzurra Gelmini. «Demagogia a costo zero», rincarano i dem. «L'abolizione del numero chiuso per l'accesso alle facoltà di Medicina senza un congruo aumento delle borse di specializzazione rischia di essere un boomerang», sottolineano dall'Associazione Chirurghi Ospedalieri Italiani. «Sfornerebbe solo disoccupati», dicono dall'Ordine dei medici. Il principio è che ammettere tutti a Medicina senza aumentare le borse di specializzazione non servirebbe a far crescere il numero degli specialisti pronti ad entrare in ospedale.
Emilio Pucci


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