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Maturità, oggi niente lezioni online. Mancano regole scritte e gli studenti scioperano

La protesta dei maturandi, che corre da Udine a Palermo, nasce sul web attraverso l’hashtag #ioscioperodacasa e approda presto nelle classi virtuali.

14/05/2020
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la Repubblica

Salvo Intravaia

Studenti in sciopero e presidi preoccupati per la maturità che non ha ancora preso forma. Ma non solo. Gli studenti dell’ultimo anno delle scuole superiori si sono astenuti questa mattina dalle lezioni online per contestare l’incertezza della ministra Azzolina che a poco più di un mese dalla prova non ha ancora comunicato ufficialmente come si svolgeranno gli esami. L’ordinanza sulla maturità, come quella sulla valutazione finale e l’analogo provvedimento sugli gli esami di terza media, è al vaglio del Consiglio superiore della Pubblica istruzione che ha tempo fino a domani per esprimere il prescritto parere.

Ma già i presidi della Cisl scuola hanno manifestato più di una perplessità sulla modalità proposta anche per l’esame di terza media, che bollano come incostituzionale.
La protesta dei maturandi, che corre da Udine a Palermo, nasce sul web attraverso l’hashtag #ioscioperodacasa e approda presto nelle classi virtuali. Qualche giorno fa, è stata lanciata una petizione indirizzata al premier Giuseppe Conte e alla ministra Azzolina che ha raccolto quasi 50mila firme, con la quale gli studenti chiedono una radicale modifica del prova rimasta, il colloquio del 17 giugno, partendo da un argomento che li ha colpiti "e toccato in questo periodo difficile per poi” collegarsi “alle altre discipline” e una migliore didattica a distanza. Le preoccupazioni degli studenti riguardano quattro aspetti: la difficoltà di presentarsi con una preparazione adeguata al colloquio per via dei due mesi di didattica a distanza che non tutti sono riusciti a seguire; una articolazione dell’esame stesso che i ragazzi definiscono “confusa e fraintendibile”; la mancanza di documenti ufficiali su cui basare la preparazione degli esami; lo scarso preavviso concesso agli studenti per preparare la prima parte del colloquio, su un ipotetico argomento che deve essere assegnato ai ragazzi entro il primo giugno.     
I tempi per conoscere la versione definitiva delle ordinanze rischiano di allungarsi. Perché, secondo le prime indiscrezioni, il Cspi chiederà modifiche alle bozze inviate dal ministero dell’Istruzione. E se la ministra Lucia Azzolina può anche tirare dritto sui rilievi del maggiore organo collegiale della scuola italiana, il parere del Cspi è obbligatorio ma non vincolante, dovrà invece recepire le eventuali modifiche richieste dal parlamento in sede di approvazione del decreto Scuola, da cui le ordinanze prendono origine. In altre parole, il ministero dell’Istruzione e il suo staff prima di ufficializzare le ordinanze dovrebbe aspettare che l’iter parlamentare si concluda e successivamente emanare una circolare di chiarimenti sui provvedimenti in questione.

Nel frattempo, i margini temporali si assottigliano con insegnanti e dirigenti che non sanno come procedere: i consigli di classe della scuola superiore, entro il primo giugno, dovrebbero assegnare un argomento ai maturandi che gli stessi dovrebbero formalizzare e riconsegnare entro il 13 giugno. Ma tutti si chiedono: l’argomento in questione deve essere diverso per ogni studente o potrà anche essere uguale per tutta la classe? Stessa confusione per gli esami di terza media che di fatto vengono aboliti. Perché la valutazione finale coinciderà con lo scrutinio conclusivo. L’unica differenza consiste nell’elaborato che i ragazzini dovranno consegnare e discutere in videoconferenza entro la fine delle lezioni su un argomento assegnato dai propri insegnanti. Ma senza alcuna ufficialità e a tre settimane dalla conclusione delle lezioni, quando i prof dovranno assegnare l’argomento ai propri alunni e in quale assetto dovranno ascoltarne la discussione da parte degli alunni? A tal proposito, il presidente dell’Associazione nazionale presidi, Antonello Giannelli, non nasconde la “preoccupazione” da parte di tutti i suoi colleghi per i tempi che si stanno allungando oltre misura.
 


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