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Maturità in aula, a Bologna la protesta dei professori: "Rischio inutile"

Un gruppo di docenti scrive all'ex assessore Bianchi che guida la task force sulla riapertura della scuola. Intanto gli istituti si attrezzano: mascherine e aule grandi

29/04/2020
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la Repubblica

Ilaria Venturi

L'orale di Maturità in aula? "Troppo rischioso". I professori sessantenni, e non solo, non l'hanno presa benissimo. Mentre le scuole si stanno preparando - allì'istituto Pier Crescenzi Pacinotti hanno già ordinato mille mascherine e il misuratore della febbre - il dibattito si apre tra i docenti. Quest'anno l'esame di Stato partirà dal 17 giugno con un unico orale e sei commissari interni. E non sarà a distanza, ha annunciato la ministra Lucia Azzolina. Manca ancora un'ordinanza, ma le reazioni non si fanno attendere.

La sintesi è di Chiara Ferdori, docente di inglese del liceo Galvani: "Un azzardo inutile". La docente, a nome di altri colleghi delle superiori, ha scritto a Patrizio Bianchi, l'ex assessore che guida la commissione per la riapertura delle scuole: "Non è più importante salvaguardare la salute di tutti, anche degli studenti? Si stanno facendo esami universitari e lauree online, la didattica a distanza sta funzionando, non si capisce perché non si possa fare anche il colloquio di Maturità con questa modalità. E poi c'è il problema dei trasporti".

Ma il rito di passaggio? "È un'idea romantica – conclude la docente - capisco la delusione dei ragazzi, ma la situazione che stiamo vivendo è ancora molto seria. La prospettiva più preoccupante è dover stare fermi in una stanza per 6-7 ore di fila, per tanti giorni, con la mascherina e i guanti, e con il caldo che farà senza poter usare ventilatori e col pensiero che le persone intorno a te possano essere contagiose  anche se asitonmatiche. E come si fa a stare distanziati se devi chiedere qualcosa su un testo o far scrivere una dimostrazione? E' proprio una scelta sbagliata".

Comunque vada mancheranno le strette di mano, gli amici e i genitori fuori dalla porta. "Non sappiamo cosa succederà da qui a giugno, ci sono colleghi che si occupano di genitori anziani, licei dove l'età media è superiore ai 55 anni, partecipare ad un esame che richiede una presenza per un orario prolungato, se succede un contagio da Covid19 si deve interrompere tutto" osserva Francesca Frascaroli, docente di Lingue e letterature straniere del Minghetti.

"Parto da un concetto semplice, se all'università stanno egregiamente portando avanti lauree online perché non farlo per la Maturità? L'emozione è la stessa, ragioniamo fuor di retorica" l'invito di Monica Manuelli, docente al liceo Righi, 62 anni ad agosto. "L'esame si può fare a distanza, un modo anche per valorizzare il lavoro di questi mesi che ha funzionato, per completarlo. Le lezioni online sarebbero altrimenti svilite".


Per Antonio Matina, 56 anni, professore al Pier Crescenzi Pacinotti, "per i ragazzi non cambia molto". Per i docenti invece sì: "Mi lascia perplesso tutto questo idealizzare la Maturità come fosse la prima sfida degli studenti col mondo. Io guardo agli effetti negativi di un esame in presenza per il corpo docente se non sarà garantita la sicurezza. Alcuni di noi accudiscono genitori anziani a casa, con quale stato d'animo torneranno ogni volta dalla scuola dopo il colloquio?".

I ragazzi reclamano l'esame a scuola. I presidi si stanno attrezzando con l'idea di usare le aule più grandi, le palestre se necessario. "Siamo pronti" dice Alessandra Francucci che guida il Pier Crescenzi-Pacinotti. "Le scuole superiori non sono solo i licei dei quartieri alti con studenti che hanno buoni pc, connessioni veloci, una famiglia che predispone e procura le migliori tecnologie necessarie - prosegue - e poi, fuor di retorica: i riti passaggio hanno valore, le emozioni che scatenano lo hanno, così come i sogni".

Una soluzione è indicata da Carlo Braga, preside del Salvemini: i candidati a scuola e i commissari collegati da casa. "Ci stiamo attrezzando anche per questa ipotesi. Far fare l'esame in presenza per i ragazzi è positivo. Senza avrebbero la sensazione di un annullamento della loro Maturità".

Altri docenti sono favorevoli al colloquio a scuola, lo si deve ai nostri ragazzi accompagnati sino in quinta. "Hanno bisogno di chiudere con un confronto, i ragazzi di quinta sono stati bravissimi sino ad ora, ma sentono che gli manca un pezzo di vita" dice Simona Dall'Olio, docente di arte al Salvemini.

"Se la sicurezza è garantita – commenta Magda Indiveri, docente di Lettere e latino  del Galvani – si restituirà ai ragazzi almeno il senso di un rito di passaggio. Io non vedo l'ora di rivederli, mi commuovo all'idea". In gioco c'è molto di più di un confronto su dove fare la Maturità, in aula o via pc. "Il problema non è schierarsi da una parte o d'altra, entrambe le soluzioni richiederebbero una riflessione su come affrontarle, sul peso dei vincoli, delle possibilità e dei significati" ragiona Mirca Buttazzi, docente di filosofia del Sabin.


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