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Maturità, ecco come sarà l'esame. Invalsi ed ex alternanza scuola-lavoro obbligatori per essere ammessi

E' uscita la circolare del Miur: ritorna il tema di storia, via le buste agli orali

26/11/2019
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la Repubblica

Ilaria Venturi

Dopo mille polemiche e lo slittamento di un anno, arrivano le prove Invalsi obbligatorie per essere ammessi alla Maturità edizione 2020. E' una delle novità previste dalla circolare del Miur uscita oggi sull'Esame di Stato che riguarderà circa mezzo milione di maturandi. Le altre erano già state annunciate dallo stesso ministro Lorenzo Fioramonti: il ritorno nel tema di italiano della traccia specifica di storia - una battaglia che Repubblica aveva fatto propria - e l'eliminazione delle tre buste all'orale. Insomma, anche quest'anno c'è un nuovo ministro all'Istruzione che mette mano alla Maturità.

Fioramonti nel suo insediamento aveva esordito: "L'Esame non si tocca per 5 anni". Non sarà una riforma, ma qualche modifica è arrivata un mese prima di Natale. "Sono dei ritocchi, serve dirlo per non spaventare gli studenti - commenta Antonello Giannelli, voce dell'associazione nazionale presidi  - Prove Invalsi obbligatorie? E' previsto dalla legge, solo l'anno scorso c'era stata una deroga. Le prove non servono a valutare lo studente, ma la salute del sistema scolastico nazionale. Per quanto riguarda le buste invece io ero a favore, garantivano pari opportunità di trattamento. Il ministro le ha ritenute ansiogene e le ha tolte".

I requisiti per l'ammissione: Invalsi ed ex alternanza scuola-lavoro

Dovrà essere verificato - recita la circolare - ai fini dell’ammissione dei candidati interni all’esame di Stato dell’anno scolastico 2019/2020, oltre al requisito della frequenza scolastica e del profitto scolastico, anche il requisito della partecipazione, durante l’ultimo anno di corso, alle prove a carattere nazionale predisposte dall’Invalsi e quello dello svolgimento delle attività programmate nell’ambito dei percorsi per le competenze trasversali e l’orientamento (ex alternanza scuola-lavoro), secondo il monte ore previsto dall’indirizzo di studi. Anche rispetto a quest'ultima voce l'anno scorso era stata fatta una deroga: ora i percorsi diventano obbligatori per l'ammissione all'esame.

Rispetto all'Invalsi - le prove di italiano, matematica e inglese di quinta superiore si svolgeranno dal 2 al 31 marzo 2020 - non conterà il punteggio nell'ammissione all'Esame ma solo il fatto di aver sostenuto la prova. Un'obbligatorietà già prevista dalla legge sulla Buona Scuola nel decreto legislativo n. 62 sulla revisione degli esami di Stato del 2017. L'ex ministro leghista Marco Bussetti aveva rinviato l'applicazione di un anno (così come era stato fatto su scuola-lavoro). Lo stesso Fioramonti si è sempre detto molto critico rispetto ai test, in linea con una posizione condivisa con il M5S.

La prova orale

Era uno dei nodi della riforma che aveva fatto più discutere la scorsa Maturità. Era stata eliminata la tesina ed erano state introdotte le tre buste stile quizzone televisivo all'orale: il candidato doveva sceglierne una e da lì partiva il confronto con i commissari. "Non ci saranno più le tre buste", specifica la circolare. Rimane però l’avvio del colloquio mediante l’analisi da parte dello studente dei materiali preparati dalla commissione d’esame in un’apposita sessione di lavoro, con l’immutata finalità di "verificare l’acquisizione dei contenuti e dei metodi propri delle singole discipline, la capacità di utilizzare le conoscenze acquisite e di collegarle per argomentare in maniera critica e personale anche utilizzando la lingua straniera", materiali che dunque devono consentire un approccio multidisciplinare.
 

Eliminata dalla commissione guidata dal linguista Serianni e sotto il ministero "verde" di Bussetti, torna la traccia specifica di storia alla prova scritta di italiano. Almeno una delle tracce della tipologia B (analisi e produzione di un testo argomentativo) riguarderà l’ambito storico. Una battaglia raccolta da "Repubblica" con l'appello di Liliana Segre, dello scrittore Andrea Camilleri e dello storico Andrea Giardina per ripristinare la disciplina alla Maturità. "La scelta - si legge nella circolare - è motivata dalla consapevolezza che la storia costituisce disciplina fondamentale nella formazione degli studenti di tutti i percorsi di studio e che vada, quindi, valorizzata anche nell’ambito dell’esame di Stato conclusivo del secondo ciclo di istruzione".


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