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Maturità 2020, non sarà un esame normale. Ma meglio in classe che da casa

Quasi pronto il protocollo per le misure di sicurezza per svolgere l’esame a scuola. La paura che nuovi contagi impediscano la prova in presenza. Perché online non sarebbe un esame vero

28/04/2020
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Corriere della sera

Gianna Fregonara

«Diamo ai maturandi una prova orale in carne e ossa. Dentro la loro scuola, con i loro insegnanti radunati ad ascoltarli. Prendiamoci questo impegno subito e mettiamolo fra le priorità, accanto agli aiuti economici alle famiglie, ai test sierologici e al calendario delle riaperture aziendali», aveva scritto dieci giorni fa sul Corriere lo scrittore Paolo Giordano, sfidando il governo a fare un atto di coraggio e a provare a organizzare l’esame della maturità 2020 dal vivo. In fondo si tratta poco meno di 500 mila ragazzi, maggiorenni, che in giorni e orari diversi durante il mese che va dal 17 giugno a metà luglio devono raggiungere la propria scuola per un colloquio di un’oretta circa con i sei professori della propria classe più il presidente di commissione.

Il protocollo

Secondo Giordano una sfida possibile. E così la pensa anche la ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina, che ha messo i tecnici del ministero a lavorare sul tema: vuole un protocollo sanitario da sottoporre all’Istituto superiore di Sanità per avere l’ok: mascherine, distanziamento, turni, pulizie ripetute non sembra complicatissimo trovare una soluzione: gli spazi per questo nelle scuole ci sono. Peccato - sottolineano gli studenti - per la maturità solitaria perché né amici né genitori ansiosi potranno partecipare al rito.Ma certamente l’esame - per quanto accorciato e ridotto all’osso - avrebbe la dignità di un esame di Maturità.

I contagi

Anche il premier Giuseppe Conte è parso d’accordo domenica sera nella conferenza stampa, in cui rispondendo ad una domanda ha velocemente accennato al tema. Qualche dubbio ovviamente ancora resta e riguarda la possibilità di spostarsi soprattutto nei giorni dell’esame: molto dipenderà da come andranno gli esperimenti della Fase 2 che cominciano la settimana prossima. Se si confermerà la possibilità di spostamento anche l’esame si farà in presenza.

Le commissioni

C’è l’incognita dei professori che sono tornati nelle famiglie di origine, fuori dalla regione in cui insegnano. Possono tranquillamente svolgere la didattica a distanza ma dovranno riprendere auto o treno per tornare a scuola. Dal punto di vista burocratico, nessun problema: essere commissario d’esame è una buona ragione per spostarsi anche da una regione all’altra. Si capirà nelle prossime settimane quante rinunce ci saranno: l’ordinanza ministeriale che regola la composizione delle commissioni è molto rigida e prevede la presenza tra i sei professori della classe del professore di italiano e di quello della materia di indirizzo (latino, matematica, lingua...): nell’orale infatti dovrà essere data enfasi anche alle materie delle due prove scritte cancellate.


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