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Marco Bussetti: “A scuola tuteliamo gli studenti immigrati ma prima i nostri figli”

Il ministro dell'Istruzione e il crollo degli alunni: niente allarmi, è un’opportunità. E annuncia concorsi per 48 mila prof

09/04/2019
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La Stampa

Marco Bussetti, ministro dell’Istruzione, ci saranno oltre 360 mila studenti in meno nelle classi italiane nei prossimi cinque anni. È preoccupato?

«No, si tratta di una questione a noi nota. La stiamo monitorando e la gestiremo. Ma non dobbiamo creare allarmismi: il nostro sistema di istruzione non verrà depotenziato. Anzi, l’obiettivo è offrire più scuola ai nostri ragazzi. La scuola ha il compito prioritario di essere al servizio dei ragazzi, i veri fruitori del sistema scolastico. Che deve essere di qualità in tutto il territorio e in ogni ordine e grado».

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Come avete affrontato il problema con i sindacati nell’incontro di ieri?

«Innanzitutto non in termini di “problema”. La nostra società sta cambiando, è innegabile. Le trasformazioni sono una sfida che dobbiamo affrontare, anche quelle demografiche. Dobbiamo lavorare insieme, con le organizzazioni sindacali, in un clima di sereno confronto e senza allarmismi. Il calo del numero degli studenti può essere l’occasione per dare più tempo scuola e una maggiore offerta formativa ai nostri bambini e ragazzi. Pensiamo al tempo pieno al Sud. O alle classi cosiddette “pollaio” che potranno essere eliminate. Sono così convinto di questo approccio, che stiamo per lanciare nuovi concorsi, vogliamo una nuova stagione di assunzioni».

Non è il caso che il governo si ponga anche il problema di regolare i flussi di immigrazione che negli ultimi 20 anni hanno portato un milione di persone in più nelle classi?

«La scuola è il luogo principale di inclusione nella nostra società. L’ho sempre detto, fin dal mio insediamento. Voglio ribadire anche che questo governo non agisce in maniera pregiudiziale rispetto alla questione migratoria: stiamo affrontando il tema con serietà e responsabilità. A differenza di come è stato fatto in passato. Regolare i flussi tutela innanzitutto chi cerca rifugio in Italia, avendone diritto. Penso anche, però, che il primo pensiero debba sempre essere quello di aiutare i nostri giovani affinché possano farsi una famiglia, avere dei figli, vivere con serenità il loro progetto di vita. La ritengo una priorità assoluta».

Non è con i bonus che si può affrontare la crisi in atto. Il governo interverrà in tempi rapidi e con interventi strutturali?

«Con il ministro Fontana c’è un confronto costante: la questione demografica è il risultato di una serie di fattori, fortemente connessi. E va trattata in maniera “integrata”, lavorando su più fronti. Come governo sentiamo forte la necessità di mettere ciascun individuo nelle condizioni di progettare la propria esistenza, di raggiungere i suoi sogni e i suoi obiettivi. Dobbiamo dare maggiori certezze ai giovani, ridurre il precariato, dare la possibilità di programmare l’avvenire».

Ha promesso di intervenire aprendo un dialogo per rivedere i parametri sulle autonomie scolastiche in maniera più tarata sul territorio. Che cosa intende?

«Mi riferivo al tema della rete scolastica: oggi per avere una “autonomia” e, di conseguenza, un dirigente a capo dell’istituto, servono almeno 600 alunni. In alcune aree del Paese, che si vanno svuotando, o per certi indirizzi di scuola molto particolari e poco diffusi questo significa, automaticamente, l’accorpamento con altri istituti e, dunque, una limitazione del loro potenziale. Dobbiamo lavorare per avere regole più flessibili, che valorizzino le specificità territoriali».

Sul suo profilo Facebook gli insegnanti le hanno fornito la soluzione: basta assumere in modo stabile e i precari ricominciano a fare figli. Che cosa risponde?

«Le assunzioni abbiamo cominciato a farle e proseguiremo. Ci sarà un Piano pluriennale di stabilizzazioni. Vogliamo aprire una nuova stagione di concorsi. Ne abbiamo fatto già uno straordinario per infanzia e primaria, per risolvere la questione dei diplomati magistrali lasciata aperta da chi mi ha preceduto. Abbiamo accelerato il concorso per i dirigenti scolastici, avviato quello per i direttori dei servizi amministrativi delle scuole che non si faceva da circa 18 anni. Bandiremo entro l’estate il concorso ordinario da quasi 17.000 posti, sempre per infanzia e primaria e ci avviamo a bandire quello per la secondaria, ponendo attenzione anche al percorso di chi ha già insegnato nella scuola: ho chiesto al Mef l’autorizzazione a bandire per un totale di 48.536 posti di cui 8.491 sul sostegno. In meno di un anno mi pare che siamo passati davvero dalle parole ai fatti. Nessuno ha mai dato il via ad una stagione di concorsi così importante».


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