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Manifesto-Zero assunzioni nella scuola

Zero assunzioni nella scuola Mancano i soldi. I sindacati: "Ma ci sono 80 mila posti vacanti" E' allarme nella scuola, e per l'ennesima volta. Ma non si tratta di "opinioni" sulla riforma, ora sono...

17/07/2002
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il manifesto

Zero assunzioni nella scuola
Mancano i soldi. I sindacati: "Ma ci sono 80 mila posti vacanti"
E' allarme nella scuola, e per l'ennesima volta. Ma non si tratta di "opinioni" sulla riforma, ora sono a rischio concreto i posti di lavoro: la prospettiva è che, quest'anno, non ci sarà nessuna assunzione. Ma il paradosso è che, come è noto, nella scuola pubblica - secondo il calcolo dei sindacati - ci sono ben 80 mila posti vacanti. Allora, che succede? Succede che non ci sono i soldi: i continui tagli alla scuola pubblica da qualche parte devono pur pesare. E, a quanto pare, non è bastata neanche l'operazione del taglio di organici, orchestrato dal ministro Moratti e dal "creativo" ministro dell'economia Giulio Tremonti. La finanziaria varata durante il governo Amato prevedeva, per quest'anno, 30 mila assunzioni. Ma l'ultima finanziaria ne lasciava prevedere, al massimo, 8.500. Ultimamente, il sottosegretario Aprea e il ministro Moratti, avevano sparato cifre diverse: 21 mila, e promettendo di mantenere fede all'impegno preso. Cioè di varare il decreto entro il 31 luglio. Ora, gira di nuovo la cifra delle 9 mila assunzioni. Ma, attenzione, realisticamente non entro il 31 luglio. Il che significa che - semmai assunzioni ci saranno - non avranno decorrenza economica da quest'anno. Quindi, i conti pubblici potranno decurtare l'"onere" delle spese per la scuola pubblica. E i posti vacanti? Basta fare le nomine annuali, cioè assumere lavoratori precari.

Come prevedibile, tutti i sindacati sono in rivolta. L'ultima chance del ministero è il 23 luglio, quando Moratti incontrerà le organizzazioni dei lavoratori. La Cgil ha già annunciato di aver dato mandato ai propri legali "per denunciare e diffidare il ministero dell'istruzione, siamo in presenza di un'interruzione di servizio pubblico, visto che ci sono 80 mila posti vacanti - dice Enrico Panini, segretario nazionale, che aggiunge: "per un governo che considera la scuola come merce, è ovvio considerare i posti di lavoro come una cosa superflua". Daniela Colturani, segretario generale della Cisl scuola, ricorda che "ad uscirne con le ossa rotte saranno soprattutto i vincitori dell'ultimo concorso, costretti a rimanere al palo ancora per un anno", e denuncia: "siamo di nuovo ostaggio del ministero del tesoro". Mentre Piero Bernocchi, portavoce dei Cobas scuola si complimenta con il ministro "per aver risolto il problema del precariato, come aveva promesso: sbattendo tutti i precari fuori dalla scuola". Ma come è potuto accadere che ci si ritrovi con un buco di 80 mila posti, quando ne sono già stati tagliati 8.500? "Il fatto è che il ministero non ha fatto i conti con il fabbisogno totale della scuola - spiega Pino Patroncini della Cgil - non si può tagliare sull'insegnamento frontale, va bene tutto, ma chiudere una classe diventa complicato. Così, sono state eliminate tutte le figure come gli insegnanti di lingua straniera nelle materne, o gli insegnanti di sostegno, o quelli del tempo pieno. Insomma da una parte i "costi" della scuola pubblica, ma dall'altra anche la sua ricchezza".


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