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Manifesto-Trovati i soldi. Accordo fatto

Trovati i soldi. Accordo fatto PAOLO ANDRUCCIOLI Governo e sindacati hanno siglato nella notte di lunedì il protocollo d'intesa per il rinnovo dei contratti del pubblico impiego. L'accordo è...

06/02/2002
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il manifesto

Trovati i soldi. Accordo fatto
PAOLO ANDRUCCIOLI

Governo e sindacati hanno siglato nella notte di lunedì il protocollo d'intesa per il rinnovo dei contratti del pubblico impiego. L'accordo è il frutto di una manovra politica di alto livello del governo Berlusconi che ha messo in campo, insieme al ministro Frattini, il vicepresidente Gianfranco Fini, che nei giorni scorsi ha avuto vari incontri riservati con il segretario della Cisl, Savino Pezzotta. Anche la Cgil, che fino al tardo pomeriggio di lunedì si diceva scettica sull'esito degli incontri al vertice a palazzo Vidoni, ha deciso di siglare il protocollo di intesa giudicato un ripensamento importante da parte del governo. A palazzo Vidoni l'altra notte non c'era Sergio Cofferati, ma il numero due della Cgil, Guglielmo Epifani, secondo il quale l'accordo è buono "perché costringe il governo a tornare indietro su alcune scelte che aveva fatto in finanziaria e che sin dall'inizio abbiamo contestato".
Il testo siglato a poche ore dall'avvio del quattordicesimo congresso nazionale della Cgil non è un contratto vero e proprio, ma una cornice all'interno della quale ora si apriranno le singole vertenze specifiche per comparto. I dipendenti pubblici sono infatti circa 3 milioni e mezzo e comprendono moltissime figure professionali, dagli impiegati ministeriali e delle altre amministrazioni pubbliche, fino agli insegnanti e al personale non docente della scuola pubblica, passando ovviamente per il settore della sanità pubblica.
I sindacati confederali Cgil, Cisl, Uil hanno deciso di accettare l'ultima proposta del governo perché - secondo il loro giudizio - modifica radicalmente la "linea" fin qui tenuta. Nella legge finanziaria, infatti, per gli statali non era previsto neppure il recupero dell'inflazione, mentre alcuni provvedimenti legislativi successivi, come quello sulla dirigenza pubblica, stavano smantellando l'intera architettura dei rapporti sindacali nel settore pubblico.
Il punto che ha fatto sbloccare la trattativa riguarda i soldi. Il governo si impegna a stanziare una cifra che si aggira sui 1300 miliardi di lire da aggiungere alle risorse già stanziate in finanziaria. In termini di percentuale si è passati da un aumento del 4,52% che i sindacati avevano rifiutato perché insufficiente, a un aumento in percentuale del 5,56%. In questa cifra complessiva ci sarà sia il recupero dell'inflazione, che la produttività. I sindacati spiegano che spetterà poi ai contratti specifici dividere la parte dell'inflazione da quella della produttivià, che con il protocollo di ieri viene molto sottolineata, anche se non si chiarisce quali saranno i criteri di misurazione e valutazione qualitativa della produttività degli impiegati statali. La novità di un contratto pubblico legato alla produttività, all'efficienza e alla valutazione del merito è stato molto sottolineato ieri dallo stesso vicepremier Fini. Non è affatto casuale il discorso di Fini sull'importanza del dialogo con i sindacati che abbandonano le loro "pregiudiziali ideologiche" e sulla valorizzazione del merito individuale.
I sindacati avevano chiesto un aumento medio mensile di 204 mila lire. Con il protocollo di ieri si stabilisce un aumento medio mensile di 195 mila lire per i ministeriali e circa 200 mila lire per la scuola. Gli aumenti in euro oscilleranno dunque tra 100,71 e 103,29 euro.
Cgil, Cisl, Uil hanno deciso di cancellare lo sciopero generale del pubblico impiego previsto per il 15 febbraio. Per lo stesso giorno era prevista una manifestazione a Roma dei Cobas della scuola, dello Snals e praticamente di tutte le altre sigle del sindacalismo di base ed extraconfederale. Sia i Cobas che gli atri hanno conferemato ieri l'appuntamento del 15 febbraio.
Si tratta di capire ora due cose molto importanti. La prima riguarda il rispetto del protocollo stesso. Ieri il ministro dell'economia si è corretto dopo aver dichiarato che i soldi per il pubblico impiego dovranno essere pescati nella finanziaria dell'anno prossimo. Tremonti ha detto che saranno trovati prima e altrove, anche perché gli aumenti vanno in vigore dal gennaio 2002. L'altro punto politico riguarda le ricadute sulle questioni aperte, articolo 18 in primis. Che cosa succederà? I sindacati sono più uniti o meno uniti? Ieri le prime reazioni in proposito. Epifani ha dichiarato che non c'è nessun automatismo tra l'intesa e le altre battaglie contro le deleghe del governo. Pezzotta ha detto che l'intesa apre nuove possibilità di dialogo, ma che non ci sarà alcun scambio con l'articolo 18. Giorgio Cremaschi, della segreteria nazionale Fiom e della minoranza Cgil haparlato invece di una "trappola" che bloccherà il movimento contro le deleghe del governo. Gian Paolo Patta (anch'egli della minoranza Cgil) ha detto invece che si tratta di un buon accordo sindacale che la Cgil non poteva permettersi di rifiutare. Laimer Armuzzi, segretario della Cgil funzione pubblica, ha detto che il movimento sindacale non è mai andato avanti con le sconfitte, ma con le vittorie e questa è una vittoria. Altra cosa la battaglia contro la modifica dell'articolo 18. La Cgil, secondo Armuzzi deve convincere anche Cisl e Uil ad arrivare allo sciopero generale.


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