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Manifesto-Spariscono i soldi destinati al Sud

Spariscono i soldi destinati al Sud Lo denuncia la Cgil. Secondo il governo limitare la spesa al 2% vale 6,2 miliardi La Cgil ne è certa: "22 miliardi di euro che il governo ha sbandierato per il ...

02/10/2004
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il manifesto

Spariscono i soldi destinati al Sud
Lo denuncia la Cgil. Secondo il governo limitare la spesa al 2% vale 6,2 miliardi
La Cgil ne è certa: "22 miliardi di euro che il governo ha sbandierato per il Sud non ci sono". In una nota diffusa da Franco Garufi, responsabile per il Mezzogiorno della Cgil nazionale, si sottolinea come "il Mezzogiorno subisca il taglio di almeno un terzo delle risorse disponibili per lo sviluppo, mentre, con un'operazione contabile che si ripete ormai da tre anni, gli incrementi sono spostati alla fine del triennio". Come al solito la finanziaria si scopre un po' per volta. E le sorprese spesso non mancano.Ieri per esempio, è emerso che la regola del 2% (cioè il contenimento della crescita della spesa al 2% rispetto al 2003) comporta "un aggiustamento della spesa corrente (rispetto al tendenziale) pari allo 0,5% del Pil, a cui corrisponde un valore di 6,2 milardi". Lo si legge nella Relazione illustrativa del disegno di legge della Finanziaria pe il 2005.

Per quel che riguarda le spese in conto capitale "il mix di interventi" previsto dal Governo "comporta un aggiustamento (rispetto al tendenziale) pari allo 0,4% del Pil". Nella Relazione si conferma che per gli investimenti fissi lordi vi sarà una riforma del finanziamento, anche con strumenti innovativi, quali il Fondo rotativo (cui il Dpef legava 5 miliardi di euro aggiuntivi annui di investimenti) e "l'istituzione di una fiscalità di vantaggio".

Nella Relazione si precisa che "al netto delle dismissioni patrimoniali, che ammontano a 6,3 miliardi di euro, gli investimenti fissi lordi raggiungono il 2,7% del Pil". Nel complesso Siniscalco ha indicato, in occasione dell'approvazione della manovra da parte del Consiglio dei ministri, un aggiustamento complessivo della spesa pari a 9,5 miliardi.

Il documento afferma che l'intervento del Governo sulle spese in conto capitale "punta anche a riformare alcuni capitoli di spesa". Nella Relazione si ricorda che, nella media europea, "la quota principale di intervento avviene sotto forma di finanziamenti agevolati, ed una quota minore sotto forma di contributi a fondo perduto. In Italia accade il contrario. La legge Finanziaria - si sottolinea - ritiene che, in questa dimensione, l'Italia debba avvicinarsi alla media europea". Pertanto anche "i contributi pubblici agli investimenti cresceranno in linea con l'incremento nominale del 2%".

Si ricorda, inoltre, che il patrimonio pubblico dello Stato italiano è "stimato intorno al 137% del Pil a valori di mercato", una dimensione "largamente superiore" alla media di altri Paesi.

Altra novità che emerge dalla relazione riguarda l'avanzo primario, cioè l'avanzo tra entrate e uscite di bilancio al netto della spesa per interessi. Nel senso che si evidenzia una ulteriore revisione al ribasso per il rapporto tra avanzo primario e pil nel 2005. Il governo nella Relazione di accompagnamento al Disegno di legge sulla finanziaria indica un target del 2,3% "coerente con una riduzione del rapporto debito/Pil". La discesa del debito sul Pil è' "ulteriormente accelerata dall'approvazione di specifiche misure". Nei giorni scorsi il ministro dell'economia Domenico Siniscalco aveva indicato un avanzo primario a quota 2,4% sul Pil l'anno venturo, mentre nel Dpef il target era fissato al 2,6%.


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