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Manifesto-Scuola, scontro sul contratto separato

PIANO MORATTI Scuola, scontro sul contratto separato No dei confederali alla proposta del ministro. Riconosciuto il ruolo delle associazioni professionali dei docenti. Proteste contro i tagli agli...

19/03/2002
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il manifesto

PIANO MORATTI

Scuola, scontro sul contratto separato
No dei confederali alla proposta del ministro. Riconosciuto il ruolo delle associazioni professionali dei docenti. Proteste contro i tagli agli organici.
di Marco Ludovico
Sindacati in rivolta contro Letizia Moratti. Domenica scorsa il ministro dell'Istruzione ha detto ufficialmente che intende fare un contratto per i docenti separato da quello del personale Ata (amministrativi, tecnici e ausiliari). In questo modo, secondo il titolare di Viale Trastevere, "per gli insegnanti si potrà costruire un percorso basato sulla qualità, professionalità e responsabilità, a cui corrisponderanno anche ricadute sul piano economico".
Di fronte a questo progetto Cgil, Cisl e Uil hanno scatenato una reazione rabbiosa. La Gilda, invece, che da sempre sostiene questa idea, ha esultato. E anche lo Snals non dovrebbe essere contrario: in passato, infatti, aveva espresso una certa disponibilità. La questione è molto delicata, perchè va a toccare il lato forte - o debole, a seconda dei casi - delle confederazioni. In pratica, mentre ora ciascuna sigla partecipa alla contrattazione unica del comparto scuola per il rinnovo del contratto dei docenti e dei non docenti, in caso di area separata ogni sindacato sarebbe chiamato a due trattative differenti.

A quel punto, però, avrebbe titolo a partecipare in base alla propria rappresentatività. Gilda, per esempio, fa il pieno degli iscritti tra gli insegnanti, mentre Uil e Cgil hanno molte tessere tra gli Ata. Se passa la proposta Moratti, dunque, il peso di ogni federazione nelle vertenze potrebbe cambiare, e anche di molto. Il ministro, inoltre, ha incontrato domenica a Bellaria una serie di associazioni professionali dei docenti (Diesse, Apef, Cnadsi, L'altra scuola, Snadir Milano, Unams scuola Milano, Disal, Adi, Aespi).
E dopo la riunione ha detto: "Vedremo come realizzare le forme per valorizzare le associazioni degli insegnanti tenendo conto che anche i sindacati della scuola svolgono un ruolo importante". Per cultura e tradizione, molte associazioni di docenti sono portavoce di interessi diversi e a volte lontani da quelli dei sindacati. Letizia Moratti, in questo modo, rompe uno schema consolidato e apre scenari nuovi, in cui si fanno più verosimili progetti come il codice deontologico, il nuovo stato giuridico della categoria e - forse - i riconoscimenti per merito.

Il presidente dell'Apef Sandro Gigliotti ritiene che "grazie all'impegno mostrato dal Ministro il traguardo, su questi punti, è ormai vicino". E Alessandro Ameli, coordinatore della Gilda, dice che "la separazione delle aree contrattuali è un passaggio obbligato se si intende procedere sulla strada della valorizzazione professionale degli insegnanti. L'unica area di contrattazione, docenti e non docenti, ai quali applicare gli stessi istituti contrattuali, come per anni è stato fatto, ha determinato l'appiattimento retributivo e la mortificazione professionale di entrambe le categorie". Il ministro dell'Istruzione ha ora intenzione di chiedere al titolare della Funzione Pubblica, Franco Frattini, di inserire questa proposta nella direttiva da inviare all'Aran (l'agenzia per la contrattazione nel pubblico impiego) per il prossimo rinnovo del contratto. In diversi ambienti governativi e sindacali si ritiene tecnicamente difficile questo passaggio, ma un fatto è certo: il solco è ormai tracciato e la strada è aperta, al di là delle questioni formali.

È anche vero, però, che la tensione dei confederali potrebbe allungare di molto i tempi della vertenza. Le dichiarazioni sono di fuoco: secondo Daniela Colturani (Cisl) si tratta di "scelte unilaterali che non condividiamo"; Enrico Panini e Michele Gentile (Cgil) affermano che "sono decisioni sconcertanti, parliamo piuttosto di retribuzioni europee"; Massimo Di Menna (Uil) sollecita invece "ad affrontare il tema delle risorse". Il conflitto si svolge anche a livello locale. Ieri si è svolta l'agitazione dei confederali in Lombardia, oggi si replica in Piemonte e in Veneto e le manifestazioni potrebbero proseguire.


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