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Manifesto-Nel mondo lotte dure degli insegnanti

PIANETA LAVORO Lotte dure degli insegnati VITTORIO LONGHI Slovacchia, luce, acqua e aumenti Sono tornati in piazza, ieri, gli insegnanti slovacchi che da mesi si oppongono ai tagli del governo Dz...

23/06/2003
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il manifesto

PIANETA LAVORO
Lotte dure degli insegnati
VITTORIO LONGHI
Slovacchia, luce, acqua e aumenti Sono tornati in piazza, ieri, gli insegnanti slovacchi che da mesi si oppongono ai tagli del governo Dzurinda e chiedono più fondi per l'istruzione e stipendi dignitosi. Dopo il grande sciopero di fine maggio, a cui hanno partecipato centinaia di migliaia di docenti, dalle scuole materne alle università, la protesta prosegue e minaccia di bloccare l'intero settore a settembre. Le richieste principali riguardano l'aumento della quota del Pil da destinare alla scuola, 6% entro il 2010, la progressione nell'incremento salariale iniziato l'anno scorso e la garanzia dei bonus finale. "Molti istituti sono indebitati per le spese di acqua ed energia elettrica - dice Ján GaÜperan, capo del sindacato - e non riescono a far fronte neanche all'ordinaria manutenzione degli edifici". Inoltre, lo stipendio mensile della categoria, 11 mila corone (circa 270 euro), è tra i più bassi del pubblico impiego, 14 mila corone. Il ministro dell'Istruzione Martin Fronc risponde che un ridimensionamento generale è necessario, dato che il numero degli alunni scende di anno in anno.

Botswana, internet alle elementari

Il presidente del sindacato insegnanti del Botswana, Baboloki Tlale, chiede al governo la parità di trattamento tra le scuole elementari e scuole superiori. In occasione della giornata nazionale degli insegnanti, il 13 giugno, Tlale ha richiamato l'attenzione del presidente della repubblica Festus Mogae sullo stato di povertà in cui versa la maggior parte delle strutture per gli alunni più piccoli. Mentre le superiori sono concentrate nelle città e hanno grandi disponibilità di risorse e di servizi, le scuole materne e le elementari stanno soprattutto nelle campagne, dove è difficile fare arrivare anche l'acqua potabile e la luce. Il Botswana è uno dei pochi paesi dell'Africa australe che vantano sviluppo economico, grazie alla ricca industria dei diamanti. Per questo, il sindacato chiede più investimenti nell'istruzione e servizi moderni, come internet. "È importante che gli insegnanti e i ragazzi abbiano accesso alla rete, specialmente se dislocati nelle zone più remote - dice Tlale - potrebbero superare l'isolamento in cui vivono".

Australia, sciopero per il rinnovo

È stato fissato per il prossimo 29 luglio lo sciopero del personale della scuola nel Nuovo Galles del Sud, che da mesi contratta con il governo per i rinnovi. Dalla riunione tenuta questa settimana a Sidney, la maggioranza dei trecento delegati sindacali ha deciso per il fermo generale nelle scuole di ogni ordine e grado se il ministero dell'Istruzione non dovesse riconsiderare l'attuale offerta di aumento. Dopo una lunga trattativa, infatti, il governo ha proposto un magro 3 % per il 2004 e un altro 3 % per il 2005, contro la richiesta iniziale del sindacato del 5. "Ci sono voluti 18 mesi di negoziati per arrivare a niente - ha detto la segretaria generale della federazione insegnanti, Maree O'Halloran - non ci resta che organizzare una nuova azione e aumentare la pressione sul governo". Il ministero dice di non avere più soldi per gli stipendi e che non intende tollerare una così vasta interruzione del servizio. All'ultimo rinnovo del contratto della scuola, quattro anni fa, ci sono stati nove scioperi prima di arrivare a un accordo.

Colombia, la morte della scuola

La guerra civile colombiana non risparmia gli inseganti, soprattutto se esposti come sindacalisti o attivisti contro il traffico di eroina e cocaina. Dal 1998, più di 300 docenti sono stati assassinati, nella maggior parte dei casi dai gruppi paramilitari di estrema destra, e 2.900 hanno dovuto abbandonare casa e lavoro per le intimidazioni subite. Secondo la federazione sindacale della scuola Fecode, solo nell'ultimo anno sono avvenuti 83 omicidi, rendendo la Colombia il paese più rischioso al mondo anche per questa categoria. Una situazione che ha delle ripercussioni terribili sul sistema dell'istruzione e sulla crescita culturale del paese. Il numero di abbandoni scolastici è altissimo già alle elementari e sono sempre meno i giovani che decidono di dedicarsi all'insegnamento. "La paura e il terrore mirano a spegnere le coscienze - spiega Aldo Civico, docente all'università di Antioquia - perché gli insegnanti, come i sindacalisti, i giudici e i giornalisti potrebbero essere gli attori di una vera rinascita, in questa società governata dalla violenza".

Perú, fine dell'emergenza

È stato il rientro dal lungo sciopero della scuola, la settima scorsa, a far cessare lo stato di emergenza dichiarato dal presidente peruviano Alejandro Toledo. Dopo più di un mese di astensione dal lavoro, i 280 mila docenti in lotta per aumenti e condizioni migliori sono tornati a scuola, riportando una parte del paese alla normalità. Il sindacato di categoria aveva deciso di ricorrere all'azione e di prolungarla per riaprire le trattative con il governo sulle maggiorazioni di stipendio promesse da tempo, e non ancora concesse, di 60 dollari al mese, così da portare i salari a una media di 200 dollari. Toledo si è impegnato anche a raddoppiare la cifra entro il 2006, termine del suo mandato. Ciò che ha spinto il presidente a invocare lo stato di emergenza, però, è stata la partecipazione della categoria alla protesta generale che nelle scorse settimane ha portato il paese alla crisi, soprattutto dopo l'uccisione di un dimostrante. I cittadini peruviani, e i sindacati in primo luogo, si oppongono soprattutto alle privatizzazioni delle aziende di stato.


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