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Manifesto-Moratti contestata

Moratti contestata La Cgil respinge i contratti separati, il Pdci raccoglie firme Contratto separato nella scuola? Insorge la Cgil. Il ministro Letizia Moratti ha annunciato di voler procedere a...

19/03/2002
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il manifesto

Moratti contestata
La Cgil respinge i contratti separati, il Pdci raccoglie firme

Contratto separato nella scuola? Insorge la Cgil.
Il ministro Letizia Moratti ha annunciato di voler procedere ad un contratto separato per i docenti. Affermazioni "gravi e sconvolgenti" per il coordinatore del settore pubblica amministrazione della Cgil, Michele Gentile. Il sindacato chiederà al governo "di ripristinare i contenuti dell'intesa facendo rientrare le intenzioni espresse dal ministro Moratti. Per la secondo volta Moratti approfitta di un'assemblea per dire come intende ulteriormente affrontare i problemi della scuola. Il ministro dovrebbe sapere che il governo nella sua interezza, con l'accordo del 5 febbraio, ha riconfermato il valore della contrattazione e dal sistema contrattuale previsto da protocollo di luglio. Il ministro, inoltre, dovrebbe sapere che la definizione dei comparti di contrattazione è esclusiva titolarità delle parti, cioè dell'Aran e delle organizzazioni sindacali".
Si associano i Comunisti Italiani che non vogliono che la scuola pubblica diventi di serie B. Il Pdci raccoglierà firme contro la legge delega, auspicando che nella manifestazione di sabato accanto a quello del lavoro sia centrale il tema della scuola. Lo hanno chiesto in una lettera aperta che Marco Rizzo, capogruppo del Pci alla Camera, Katia Bellillo, in commissione Cultura alla Camera, e Piergiorio Bergonzi, responsabile scuola del partito, hanno inviato ai consigli di istituto, ai dirigenti scolastici, alle Rsu delle scuole statali e alle consulte giovanili provinciali.
"Sono soprattutto tre - ha spiegato Rizzo - i fatti che ci spingono a dire no a questa controriforma oscurantista: la prevista riduzione dell'età dell'obbligo scolastico a tredici anni e mezzo, in netta controtendenza rispetto agli altri Paesi europei; l'obbligo di scelta tra scuola e formazione professionale per adolescenti meno che quattordicenni; la riduzione dell'orario scolastico obbligatorio a 25 ore settimanali per tutti gli ordini di scuola. Tutte proposte che, se realizzate, riporterebbero indietro la scuola italiana di 40 anni".
Bellillo e Bergonzi hanno quindi espresso grande preoccupazione per il "processo di degrado verso cui si rischia di avviare la scuola statale spesso a vantaggio di quella privata". A questo proposito hanno citato "la politica del buono scuola avviata da alcune regioni italiane, e avallata dal governo, che vede destinare somme molto cospicue (arrivano ai 100 mld annui) a esclusivo favore della ristrettisisma minoranza di studenti della scuola privata". Pollice verso anche nei confronti dei previsti tagli sull'organico.


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