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Maestri diplomati e il concorso farsa. Senza bocciati il merito dov’è?

L’emendamento della maggioranza e quel «concorso non selettivo» pensato per stabilizzare le maestre senza laurea. Ma se vengono tutti promossi che concorso è?

27/07/2018
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Corriere della sera

Orsola Riva

Chissà se il deputato grillino Luigi Gallo ha voluto davvero ispirarsi a Winston Churchill o è stato un caso. Per lui il Decreto dignità è come l’ora più buia (the “finest hour”, nelle parole dell’uomo che a un certo punto della Storia si ritrovò quasi solo a fare muro contro le potenze del Male). «Questa è l’ora delle norme giuste, equilibrate, costituzionali e che non cadano davanti al primo ricorso. Fino ad oggi i politici hanno scritto le norme in maniera oscena e hanno diviso il mondo della scuola in categorie da aizzare l’una contro l’altra. Non cascateci più». Così, il deputato cinquestelle ha perorato in Aula la causa dell’emendamento di maggioranza che prevede l’ennesima stabilizzazione di massa di docenti - in questo caso principalmente maestre senza laurea. Una grana che il governo gialloverde ha ereditato dai suoi predecessori ma la cui soluzione non appare certo improntata a quello spirito nuovo e diverso dalla «vecchia politica» di cui M5S si è fatto paladino.

Come risolvere la questione di questi quasi 50 mila insegnanti di vecchio conio che si erano rivolti a un giudice per farsi assumere (e in alcuni casi avevano anche già ottenuto il posto con riserva) salvo poi essere bocciati dalla Consulta? Semplice. Prima si fa un decreto ad hoc che prevede di rinviare l’esecuzione della sentenza di 4 mesi. Poi, adesso, spunta un emendamento che, in nome della continuità didattica (quella stessa di cui il governo non si è ricordato quando ha tirato un frego sulla norma che prevedeva l’obbligo per tutti gli insegnanti di restare almeno per tre anni nella stessa scuola), garantisce loro di stare al proprio posto fino alla fine dell’anno come supplenti per poi salire in cattedra dal 2019 grazie a un «concorso straordinario» che di straordinario non ha nulla salvo il fatto di non essere un concorso.

Ma che concorso è quello in cui tutti entrano e nessuno resta fuori? Mistero. L’unica condizione per passare è aver prestato almeno due anni di servizio negli ultimi 8: il che esclude dalla gara-non gara i maestri laureati di più fresco conio che non hanno al loro attivo abbastanza supplenze. E pazienza se magari sarebbero stati più qualificati loro di molti semplici diplomati magistrali per insegnare ai nostri figli a leggere scrivere e far di conto. Per loro presto sarà bandito un nuovo concorso. Perché loro sì che devono essere selezionati.

Ma siccome al peggio non c’è mai fine, lo stesso emendamento prevede anche la stabilizzazione di tutti i cosiddetti idonei del concorso 2016. Maestre, maestri, ma anche professori e professoresse delle scuole medie e superiori che non hanno vinto il concorso, si sono solo «qualificati». Del resto con la norma di cui sopra entreranno alle elementari anche quelli che sono stati bocciati, quindi che problema c’è? Per il nuovo concorso per i giovani insegnanti con tanto di tirocinio ci sarà ancora molto anzi moltissimo da aspettare.