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Ma la rete di asili nido è insufficiente

Solo il 17% dei bambini ha un posto

01/08/2017
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Il Messaggero


ROMA Donne lavoratrici, un bel traguardo ma ancora tutto da raggiungere. La meta infatti in Italia sembra ben lontana visto che, a fronte dell'aumento della quota femminile nel mondo del lavoro, non corrisponde in realtà un aumento di servizi che, alle stesse donne, permetterebbe di andare lavorare, di uscire di casa contando sulla presenza di una rete a cui appoggiarsi. In che senso? Le donne lo sanno bene, per lavorare hanno bisogno di nidi, asili e tempo pieno. Tutto possibilmente pubblico, altrimenti i conti a fine mese non tornano lo stesso. Ma la rete di servizi, ad oggi, ancora non c'è: in Italia solo il 17% dei bambini in età da asilo nido ha il suo posto nelle strutture comunali. Una percentuale ben lontana dall'obiettivo di Lisbona per l'Unione europea che, da qui al vicinissimo 2020, si aspetta che l'Italia arrivi al 33% di copertura della popolazione 0-3 anni. Dietro quel 17%, inoltre, ci sono picchi che vanno dal 27% di copertura dell'Emilia Romagna al bassissimo 2,1% che si registra in Calabria dove, quindi, solo 2 bimbi su 100 hanno un posto in un nido. E le mamme degli altri 98? A casa, probabilmente. 
LE DIFFICOLTA'E' chiaro infatti che, laddove ci sia un maggior tasso di disoccupazione femminile, anche la richiesta dell'asilo diventa inferiore e si aprono sempre meno strutture, innescando un circolo vizioso. In Italia sono circa 1 milione e 700 mila i bambini compresi nella fascia di età tra 0-3 anni, vale a dire che ad oggi, in base alle aspettative dell'Ue, dovrebbero avere il nido 561 mila bambina, ne restano invece senza circa 272mila pur avendone diritto. Con relative mamme in difficoltà. Sono infatti 289.851 i bambini iscritti negli 8870 asili nido complessivi, tra questi solo 3656 sono pubblici mentre i restanti sono privati o in convenzione con i singoli comuni di appartenenza. Sono in tutto 2.557.286 gli studenti della scuola elementare statale e, tra questi, sono 917.058 quelli che seguono le lezioni con il tempo pieno. Più di uno su tre. Ma la suddivisione geografica disegna un taglio netto tra nord e sud: 351.282 ragazzi con tempo pieno studiano in una scuola del nord ovest, 185.276 nel nord est, 238.229 nelle regioni del centro, 102.793 al sud e 39.478 nelle isole. Quindi la maggior parte delle disponibilità, pari al 58,5% del servizio, è riservata alle scuole del nord, il 26% del tempo pieno viene invece erogato nelle scuole del centro e solo l'11,2% viene spartito tra Marche, Abruzzo, Molise, Campania, Puglia e Calabria. 
Lorena Loiacono