FLC CGIL
Contratto Istruzione e ricerca, filo diretto

https://www.flcgil.it/@3918507
Home » Rassegna stampa » Rassegna stampa nazionale » Ma che non finisca come per l’inglese

Ma che non finisca come per l’inglese

È auspicabile che innovazione e tecnologia a scuola non facciano la fine che ha fatto l’insegnamento dell’inglese

15/12/2014
Decrease text size Increase text size
Corriere della sera

Gianna Fregonara

L’informatica e la tecnologia si affacciano faticosamente anche nella scuola italiana: dall’anno scorso infatti è obbligatorio il registro elettronico, anche se va detto che molti professori ancora consegnano la pagella di carta. Da quest’anno scolastico è stata introdotta una — dicasi una — ora di coding, cioè di attività di programmazione dalle elementari: non a settimana ma sull’intero anno scolastico. I fondi per il wifi e la tecnologia per l’anno prossimo — per questo erano quindici milioni di euro — saranno ricavati da quanto resta del miliardo che deve essere investito per assumere i 150 mila insegnanti (di cui, tra l’altro, non si conosce l’abilità informatica) secondo una logica non del tutto comprensibile: più assunti meno fondi per il digitale, meno assunti più digitale a scuola. E non va dimenticato che il punto di svolta, che fa la differenza tra una scuola pubblica di qualità e al passo con i tempi e una che non lo è, è che ci si ricordi di portare a termine sperimentazioni — alcune davvero di grande qualità e interesse — e progetti rendendoli definitivi, senza perdere per strada studenti, scuole e insegnanti.
È auspicabile che innovazione e tecnologia a scuola non facciano la fine che ha fatto l’insegnamento dell’inglese. È nel curriculum da più di dieci anni, a partire dalle elementari. Da quest’anno è diventato obbligatorio — si fa per dire, perché una circolare spiega che l’obbligo lo decide il consiglio di istituto a seconda degli insegnanti che ci sono a disposizione- portare una materia «in» inglese alla maturità. All’esame i ragazzi devono dimostrare di aver raggiunto il livello B2 nella scala europea delle conoscenze linguistiche ma gli insegnanti che inizialmente avrebbero dovuto essere più preparati dei ragazzi e cioè aver superato l’esame per il livello C1, oggi sono abilitati anche se dimostrano un livello B1,
inferiore e quello che devono insegnare, ma sono iscritti al corso per passare al livello successivo.
Per la tecnologia e l’innovazione insomma, non più è possibile permettersi né false partenze né ritardi, né trucchi.