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M5s e Lega si sfidano sui nidi

Il capo politico pentastellato, Luigi Di Maio, lancia sconti del 50% per le rette degli asili. Matteo Salvini: ecco il piano straordinario per l'infanzia

02/04/2019
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ItaliaOggi

Alessandra Ricciardi

La sfida M5s-Lega è senza esclusione di colpi, anche le misure per l'infanzia sono entrate nella tenzone tra i due alleati di governo. A un Luigi Di Maio che lancia il modello francese, con sconti sugli asili nido del 50%, Matteo Salvini risponde con un piano Marshall per l'infanzia: mille nuovi asili a costo zero per lo stato. Il servizio per l'infanzia dagli 0 ai tre anni di età vede l'Italia assai lontana dall'obiettivo UE di una copertura sul territorio del 33%: ci si ferma 9 punti sotto. Con divari ben più profondi nelle regioni del Sud.

Dopo le polemiche per il congresso mondiale della famiglia a Verona, il vice premier e capo del Movimento5 stelle rispolvera parte del programma per le politiche e annuncia «provvedimenti nel prossimo Def per aiuti alle famiglie sul modello francese: 50% di sconto sui pannolini, 50% sulle spese per la baby-sitter e coefficiente famigliare che si abbatte a seconda di quanti figli hai».

Liquidato come «inutile il dibattito» di questi giorni intorno al congresso di Verona, Di Maio annuncia che «nel Def, oltre al dl Crescita e allo Sblocca cantieri, in qualità di ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali proporrò l'inserimento di un capitolo dedicato proprio alla famiglia, incluse alcune misure che possiamo portare a casa già nel 2019 e con la prossima finanziaria».

Tra i punti chiave, le «agevolazioni sulle rette degli asili nido, fino ad arrivare a un dimezzamento (per il primo, il secondo e il terzo figlio) in quelle Regioni dove il costo è più alto. Nel 2017/2018 la tariffa media mensile, secondo il report di Cittadinanzattiva, è stata di 301 euro mensili, ciò significa che in alcuni casi si potrebbe arrivare a un risparmio anche di 1.500 euro a famiglia in un anno».

Ma Salvini non sta a guardare. Il leader del Carroccio annuncia che sarà «presto calendarizzato il disegno di legge da tempo giacente in parlamento per l'estensione del servizio di assistenza e cura per l'infanzia». Il riferimento è alla proposta di legge (Ac 374), a prima firma Comaroli, che prevede la creazioni a stretto giro di mille nuovi nidi, soprattutto al Sud dove il servizio pubblico è più carente.

Il piano prevede l'erogazione di un contributo statale da ripartire tra le regioni, e a cascata tra gli enti locali, finalizzato alla ristrutturazione degli immobili pubblici inutilizzati affinché siano riconvertiti in asili nido da concedere gratuitamente ai privati. I quali si impegnano a garantire rette sociali elaborate in media ai costi dei nidi pubblici e privati della zona. Il personale? Attinto dalle liste dei lavoratori socialmente utili. Una formula che mira a coniugare iniziativa pubblica e privata, spiega al relazione alla proposta. La somma disponibile per il 2019 è di 500 milioni di euro. Per ripartirla il ministro del lavoro, d'intesa con quello dell'istruzione e università, dovrà promuovere un'intesa in conferenza unificata.

Per entrambi i vicepremier le misure dovrebbero aiutare le famiglie e l'integrazione dei bambini, sostenendo una ripresa dei tassi di natalità. Al momento ciascuno è in campo con il suo programma. La campagna elettorale per le Europee ormai è iniziata.


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