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Lo stato incamera 10 milioni non spesi

prelevandoli anche dal MOF

21/10/2014
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ItaliaOggi

Antimo Di Geronimo

Le somme che sono state versate alle scuole per i progetti nazionali e che non sono state utilizzate saranno incamerate dall'erario nell'ordine di 10 milioni di euro. Lo prevede il disegno di legge di stabilità varato dal governo il 15 ottobre scorso. Si tratta di fondi che, a fronte del loro mancato utilizzo da parte delle scuole, normalmente vengono rimessi in circolo per finanziare il fondo per le competenze dovute al personale delle scuole, con esclusione delle spese per stipendi del personale a tempo indeterminato e determinato e il fondo per il funzionamento delle istituzioni scolastiche. Oppure gli interventi integrativi in favore dei disabili e il fondo per il miglioramento dell'offerta formativa (Mof). Nel 2015, invece, i soldi non utilizzati (le cosiddette economie) saranno trattenuti dallo stato. Più precisamente: «Per l'anno 2015 quota parte pari ad euro dieci milioni delle somme versate all'entrata dello Stato rimane acquisita all'erario. Il Ministro dell'economia e delle finanze», si legge nel provvedimento, «è autorizzato ad accantonare e rendere indisponibili per l'anno 2015, nello stato di previsione del ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca e a valere sulle disponibilità di cui all'articolo 1 comma 601 della legge 29 dicembre 2006, n. 296, la somma di euro 10 milioni al netto di quanto effettivamente versato». Il comma 601 citato nella disposizione prevede la costituzione, a partire dal 2007, di alcuni fondi destinati ad aumentare l'efficienza e la celerità dei processi di finanziamento a favore delle scuole statali. Si tratta, in particolare del: «Fondo per le competenze dovute al personale delle istituzioni scolastiche, con esclusione delle spese per stipendi del personale a tempo indeterminato e determinato» e del «Fondo per il funzionamento delle istituzioni scolastiche». La relativa disponibilità finanziarie è data dalle poste destinate alle «Strutture scolastiche» e agli «Interventi integrativi disabili».


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