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Lo scontro con la scienza

Il Consiglio superiore di sanità azzerato

04/12/2018
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la Repubblica

Luca Fraioli

E' una  singolare fuga dei cervelli quella che questo governo sta innescando con la sua politica della scienza. Nello stesso giorno in cui la ministra Giulia Grillo decide di mandare a casa, con due anni di anticipo rispetto alla scadenza del mandato, i componenti “scientifici” del Consiglio superiore di Sanità ( tra cui i genetisti Bruno Dallapiccola e Giuseppe Novelli, il farmacologo Silvio Garattini, il ginecologo Giovanni Scambia, l’oncologo Napoleone Ferrara) altri importanti ricercatori danno forfait.

Non sono più solo i giovani scienziati a cercare miglior fortuna altrove. Ora anche una fuoriclasse all’apice della carriera come Fabiola Gianotti preferisce ritirarsi in quel di Ginevra, dove dirige il più grande acceleratore di particelle del mondo, piuttosto che subire il pressing dei tecnici del nostro ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca. Per lo stesso motivo Lucia Votano, ex direttrice dei Laboratori del Gran Sasso, probabilmente tornerà a occuparsi del progetto Juno, l’ultima frontiera nella fisica del neutrino, un enorme apparato in costruzione nella Cina meridionale. Lamberto Maffei tornerà ai suoi studi di neuroscienze e all’Accademia dei Lincei, di cui è presidente emerito. Come ricostruito daRepubblica, tutti e tre si sono dimessi dal Comitato che seleziona i candidati destinati a ricoprire il ruolo di presidente negli enti di ricerca che dipendono dal Miur.

Un episodio che, insieme alla decisione della ministra Grillo, rende ormai esplicito lo scontro tra il governo Conte-Di Maio-Salvini e la scienza del nostro Paese. In realtà, una fetta importante dei ricercatori italiani aveva scommesso sul nuovo esecutivo, e in particolare sulla sua componente grillina. Qualcuno ha esultato quando è stato recepito l’appello dei 100 direttori di Istituto del Consiglio nazionale delle ricerche con un emendamento alla legge di Bilancio che stanzierebbe 30 milioni di euro per regolarizzare i precari del Cnr. Ma poi il conflitto sotterraneo è andato via via crescendo. Il ministro Marco Bussetti da quando si è insediato non ha mai trovato il tempo per incontrare i presidenti degli enti su cui pure dovrebbe vigilare, dal Cnr all’Istituto nazionale di fisica nucleare. E a nessuno dei sottosegretari è stata affidata la delega alla Ricerca. Due segnali di grande disattenzione per il settore. Ad agosto scorso, poi, le dimissioni di Stefano Vella dall’Agenzia italiana del farmaco in polemica con le scelte del governo sull’accoglienza ai migranti dopo il caso della nave Diciotti. A inizio novembre la proposta del deputato 5Stelle Luigi Gallo di istituire una commissione per la valutazione della divulgazione scientifica sul servizio pubblico televisivo. In quegli stessi giorni la rimozione dalla presidenza dell’Agenzia spaziale italiana di Roberto Battiston , che a caldo commentò: «È la prima volta che si applica lo spoils system alla scienza».

La decisione di ieri sul Consiglio superiore di Sanità dimostra in realtà che era solo l’inizio. Questo governo rimuove gli scienziati nominati da altri per mettere i suoi. Che però sembra voler scegliere preferendo la convenienza alla competenza, l’appartenenza al curriculum. È su questo terreno che si è consumato il braccio di ferro tra il Miur e il Comitato guidato da Maffei. A Fabiola Gianotti e agli altri è stato chiesto di allargare le maglie della selezione per poter dare all’Asi un nuovo presidente che non fosse necessariamente un eccellente scienziato, ma magari un manager più attento al business che all’esplorazione spaziale. Il risultato è stato che quattro dei cinque membri si sono dimessi. È forse il primo vero gesto di ribellione dei vertici della ricerca italiana all’attuale esecutivo. E gli altri scienziati perché restano in silenzio? C’è chi risponde: «Siamo smarriti. Questi qui non li conosciamo e non sappiamo come entrare in comunicazione». Ma è bene che si ingegnino da par loro per trovare un linguaggio comune con gli alieni al governo. Prima che la nuova fuga dei cervelli faccia più danni della vecchia.