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«Licei, solo lezioni da casa» Il Cts: anche alle elementari

I Presidi preparano la DAD. LA resistenza di Azzolina. Da remoto solo nelle zone rosse

03/11/2020
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Il Messaggero

Zone rosse anche per le scuole, con la didattica a distanza che aumenta in funzione dei contagi e rischia di coinvolgere anche la seconda o terza media. Nelle aree più a rischio Covid, infatti, si potrebbe decidere per le lezioni online anche alle scuole elementari. Ma non solo in queste. Oggi, prima della decisione del governo che varerà il Dpcm, si esprimerà il Cts. Anche se ormai il potere decisorio è prevalentemente politico caratterizzato da uno scontro governo-regioni, specie Roberto Speranza fa appello al Comitato. Siccome i positivi sono troppi in ogni ordine e grado, l'orientamento degli scienziati sarebbe di proporre la Dad per tutti. E non solo per le zone rosse, ma anche per le fasce meno emergenziali che rischiano in un baleno di vanificare gli sforzi da fare con le altre misure di lockdown. Questo a dispetto del ministro Azzolina che resiste.
Le scuole hanno un regolamento per la didattica digitale che prevede orari diversificati in base alle necessità dei singoli corsi di studio. La scelta delle scuole è di distanziare comunque le lezioni online con delle pause di 10-15 minuti, per non affaticare gli occhi davanti allo schermo, e per permettere al docente dell'ora successiva di collegarsi. L'ora di inizio potrebbe non essere invariata, potrebbe oscillare di mezz'ora ad esempio dalle 8,30 alle 9, e non è detto venga rispettato il numero di lezioni previste. Anche su questi punti si attende il parere del Comitato scientifico. Ecco perchè nelle regioni in cui si decidesse di chiudere tutte le scuole, partirebbe la didattica a distanza ovunque. Una possibilità fino ad oggi presa in considerazione solo nelle regioni come Campania e Puglia, in base al numero dei contagi. Il regolamento nazionale prevede almeno 10 ore di lezioni sincrone, quindi in diretta, in prima elementare e poi almeno 15 dalla seconda alla quinta classe. Le lezioni anche in questo caso saranno più brevi, di circa 40-45 minuti.
IRA DEI PRESIDIIn primavera, con il lockdown le scuole si sono trovate in forte difficoltà e la didattica ne ha risentito enormemente tanto che si è reso necessario assicurare la promozione a tutti i ragazzi. Adesso, in base ad una stima del sito specialistico Tuttoscuola, chiudendo le scuole superiori e l'ultimo anno di scuola media, si verrebbero a cancellare circa 5milioni di ore di lezione in presenza ogni settimana. E i rischi ci sono: «La sospensione della didattica in presenza non sarà senza conseguenze avverte Antonello Giannelli presidente dell'Associazione nazionale dei presidi - dobbiamo essere consapevoli del prezzo sociale che pagheranno gli studenti: sarà elevato e, purtroppo, ce ne renderemo conto nei prossimi anni. Ora dirigenti e docenti sono chiamati a un ulteriore sforzo riorganizzativo ma, malgrado il loro grande impegno, si rischia un allargamento del divario formativo difficilmente recuperabile». 
L'obiettivo è far sì che questo buco possa essere almeno in parte colmato con la didattica da remoto. Il ministero dell'istruzione ha firmato il decreto per distribuire alle scuole 85milioni di euro per l'acquisto di oltre 200mila nuovi dispositivi e oltre 100mila connessioni. Con i precedenti finanziamenti, assegnati da marzo, sono stati invece acquistati 432.330 tra pc e tablet e oltre 100mila connessioni. 
Nelle scuole che restano invece aperte, continuano ad aumentare i casi di positivi e di interi gruppi che finiscono in quarantena. Un problema da gestire a livello familiare visto che, nel caso di alunni molto giovani, al loro fianco in casa ci deve essere qualcuno. Nel decreto Ristori è stata modificata la norma per chiedere lo smartworking per un figlio in quarantena, alzando l'età a 16 anni: i genitori che lavorano, nel settore pubblico e privato, possono aderire al lavoro agile per i figli fino a 16 anni di età, non più 14, e possono farlo anche nel caso in cui la scuola venga chiusa o nel caso in cui vengano sospese le attività didattiche in presenza. Quello che accadrà in maniera sempre più diffusa nelle prossime settimane. 
Rosario Dimito
Lorena Loiacono 


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