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Liberazione-Uno straccio di democrazia

Rifondazione: il mondo della scuola scenda in piazza il 23 marzo Unostracciodidemocrazia Che. Ant. Centomila insegnanti in classe con un foulard bianco per contestare la trasformazione degli...

12/03/2002
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Liberazione

Rifondazione: il mondo della scuola scenda in piazza il 23 marzo
Unostracciodidemocrazia
Che. Ant.
Centomila insegnanti in classe con un foulard bianco per contestare la trasformazione degli organi collegiali in consigli d'amministrazione
Ascuola con un foulard bianco in bella vista. Un insegnante su otto - ossia almeno centomila in tutta Italia - da ieri, con questo semplice gesto ha voluto contestare i piani della ministra Moratti per la riforma degli Organi collegiali. La legge - la cui discussione doveva iniziare proprio ieri ma probabilmente è destinata a slittare ancora visto che è in coda all'ordine del giorno - è l'ultimo tassello di una lunga e articolata ristrutturazione decollata con i governi di centro sinistra e culminata con l'arrivo a viale Trastevere della contestatissima manager milanese. In breve, il nuovo assetto gestionale della scuola pubblica vede i docenti in minoranza, i non docenti addirittura esclusi (anche in previsione di una definitiva esternalizzazione e precarizzazione delle loro funzioni); manda in soffitta i consigli di classe e le assemblee di genitori e studenti; sostituisce il comitato di valutazione - emanazione del collegio docenti - con un nucleo di valutazione coi professori minoritari e un presidente genitore che dovrebbe decidere perfino l'assunzione definitiva del personale. E, con tutta la vita scolastica che ruota intorno a un preside manager e controllore di sé stesso.
I "fazzoletti bianchi", "segno di pace e non violenza ma anche di chi crede nella scuola di tutti e per tutti", sono nati da un'idea telematica di alcune riviste web - Fuoriregistro, Proteo fare sapere, Educazione'scuola, Didaweb - che, a quarantotto ore dal lancio, venerdì scorso, aveva già raccolto 24mila adesioni elettroniche. "Il ddl stravolge i principi basilari della democrazia nella scuola - spiegano le riviste promotrici - rappresenta l'umiliazione dell'autonomia professionale negando le competenze". Contro la "feudale commistione di poteri" si è schierato anche il consiglio nazionale dell'Arci preoccupato dalla soppressione di pratiche elementari di democrazia, le assemblee. Scrive l'Arci: "La nuova legge determina un arretramento della possibilità di partecipazione e un attacco al principio della libertà d'insegnamento".

Contrarissimo alla proposta, che circolava nella sostanza, già alla vigilia delle scorse elezioni, il gruppo parlamentare di Rifondazione comunista per il quale la democrazia nella scuola entra nella piattaforma della manifestazione del 23 marzo: "Si configura un'idea aziendalista della scuola - è il commento di Titti De Simone, che segue per il Prc i lavori della commissione scuola di Montecitorio e che, la prossima settimana sarà relatrice di minoranza per una proposta alternativa - il consiglio di scuola è un vero e proprio consiglio di ammministrazione. La maggioranza non ha voluto vagliare le richieste formulate da studenti, insegnanti e personale non docente. Inoltre, la figura del genitore - come garante dell'utenza - porta a pesanti intromissioni nella libertà d'insegnamento".

Una formulazione burocratica, verticistica e autoritaria che lascia esterrefatte tutte le sigle sindacali e, per una volta, vede sullo stesso fronte Cobas e Cgil. "I lavoratori vengono spazzati via dal nuovo "consiglio di scuola" - dice a Liberazione, Piero Bernocchi dei Cobas della scuola - ma questo catastrofico progetto va assolutamente fermato dalla più forte mobilitazione unitaria di lavoratori, studenti, genitori". Pessimo disegno anche per la Cgil-scuola che pure aveva sostenuto i processi di autonomia immaginandone un esito partecipativo: "Con pochi articoli si trasforma la scuola in un'impresa", ha sintetizzato Enrico Panini, chiamando alla lotta quanti credano nel valore dell'istruzione pubblica.


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