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Liberazione-Moratti, le-mail e gli studenti

23/11/2001 10:04 Moratti, l'e-mail e gli studenti Roma, viaggio nella protesta Crescono le occupazioni delle scuole nella capitale. Intanto la ministra dell'Istruzione evita i giovani. Oggi a...

23/11/2001
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Liberazione

23/11/2001 10:04 Moratti, l'e-mail e gli studenti
Roma, viaggio nella protesta

Crescono le occupazioni delle scuole nella capitale.
Intanto la ministra dell'Istruzione evita i giovani.
Oggi alle 11.30 conferenza stampa a Montecitorio
degli studenti del Tasso in sciopero della fame

"Mandatemi una email". Da giorni sono in sciopero della fame per chiedere un incontro con la ministra dell'Istruzione e la prima risposta che arriva dalla Moratti lascia senza parole. Un gruppo di ragazze e ragazzi del liceo romano Tasso vogliono solo poter discutere con chi ha intenzione di stravolgere completamente il loro futuro con un progetto di riforma dagli esiti devastanti per la scuola pubblica italiana e per la responsabile dell'istruzione nazionale appaiono come una spiacevole scocciatura da liquidare con una battuta.
Questo il senso della risposta che ieri la sottosegretaria all'Istruzione, la forzaitaliota Valentina Aprea, ha dato, a nome della Moratti, all'interpellanza urgente presentata sulla vicenda da Titti De Simone e Franco Giordano di Rifondazione Comunista.
Questa mattina alle 11'30 in piazza Montecitorio gli studenti della scuola romana in sciopero della fame terranno una conferenza stampa insieme alla stessa De Simone, al parlamentare dei Verdi Paolo Cento e a quello del Pdci Marco Rizzo. Una iniziativa a cui è stato dato il titolo esplicativo di: "Se la Moratti non va al Tasso...".

Occupazioni e assemblee

Il Tasso è diventato un po' il simbolo della grande mobilitazione iniziata da qualche giorno nelle scuole romane, anche se non è l'unica realtà che si è messa in moto. E' quasi una mappa alternativa della città quella che disegnano in questi giorni le occupazioni e le iniziative degli studenti. Striscioni colorati, lettere grandi come pareti, bandiere rosse, e tanta musica sparata da sound system improvvisati, tracciano per strade e quartieri della capitale un vero percorso della nuova protesta giovanile.
Un primo, parziale, bollettino della protesta parla dell'occupazione al Tasso e al Righi, di assemblee e autogestione al Mamiani e di due autogestioni che si stanno trasformando in iniziative di discussione al Vivona e al Peano. Dai quartieri del centro all'Eur, dalla periferia alle zone più ricche della città: a guardare i numeri si tratta ancora di un semplice annuncio, me che già promette bene per le prossime settimane. Anche perché le mobilitazioni partite da Roma si stanno diffondendo in tutto il paese.
Occupazioni, autogestioni e assemblee intrecciano i temi dell'annunciato, e inquietante, progetto di riforma della scuola della ministra Moratti e l'opposizione al terrorismo e alla guerra. Temi sui quali gli studenti si stanno misurando anche ricorrendo a nuove forme di lotta. Lo sciopero della fame al Tasso lo hanno iniziato alcuni ragazzi pochi giorni fa, poi via via se ne sono aggiunti altri e oggi sono oltre una quarantina, sei dei quali hanno annunciato che proseguiranno "a oltranza" con questo strumento estremo. E ieri una di loro è stata anche colta da un malore.

Una nuova generazione

"Abbiamo pensato di ricorrere a questa forma di protesta così radicale perché non era mai stata usata prima dagli studenti e crediamo che potrà servire a farci ascoltare e a dare maggiore visibilità alle nostre proposte", spiega Laura, una giovanissima studentessa che annuncia che lo sciopero della fame sarà interrotto solo quando la ministra Moratti incontrerà una loro delegazione. "Le idee della Moratti sulla scuola ci spaventano già ora che sono solo delle proposte non completamente definite, figuriamoci se fossero trasformate in legge", aggiunge Marco, sedici anni.
Nelle scuole romane, come nel resto d'Italia, gli studenti fanno i conti con i progetti di riforma e con la guerra e indicano nella legge finanziaria l'elemento portante che taglia aule e mezzi, da un lato, e aumenta i fondi per le operazioni belliche, dall'altro. Sono giovanissimi i nuovi studenti delle occupazioni della capitale, ma si capisce subito che hanno le idee chiare. Non si fanno sorprendere da quanto accade intorno a loro, rispondono con chiarezza ad ogni quesito e cercano di costruire dibattiti e assemblee che offrano dati e strumenti di conoscenza anche ai loro colleghi che ancora non si sentono toccati dalla mobilitazione. Al Tasso c'è un responsabile per le relazioni con la stampa, uno che si occupa dei video, le assemblee con gli ospiti esterni sono quasi dei seminari per tono e approfondimento. "Pensiamo che per far crescere la nostra lotta sia importante offrire a tutti elementi chiari, spiegare le ragioni di questa protesta e coinvolgere tutti gli altri studenti", precisa con orgoglio una studentessa del secondo anno. C'è voglia di capire e discutere quanto sta accadendo, tra i banchi come sulle montagne dell'Asia Centrale.
Si moltiplicano anche i contatti con le altre città: a Roma sono arrivati gli 'Studenti in movimento' di Padova per discutere del percorso che dovrà seguire questa mobilitazione. E Massimo, dei Giovani comunisti della capitale, parla del progetto di una rete cittadina delle scuole contro la globalizzazione che dovrebbe svilupparsi in relazione al lavoro che sta già facendo il Roma Social Forum. Guerra, globalizzazione e privatizzazione della scuola: le occupazioni dei licei romani sono appena iniziate, ma si pongono grandi obiettivi.

Guido Caldiron


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