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Liberazione-Il vero confronto sulla riforma si fa nelle aule occupate

Le autogestioni sono serie occasioni di partecipazione e di produzione di cultura. Il Palazzo, invece, impone l'omologazione allestendo solo show mediatici Il vero confronto sulla riforma si fa nelle...

10/12/2001
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Liberazione

Le autogestioni sono serie occasioni di partecipazione e di produzione di cultura. Il Palazzo, invece, impone l'omologazione allestendo solo show mediatici
Il vero confronto sulla riforma si fa nelle aule occupate

Sembra procedano bene i preparativi a Foligno per gli stati generali della scuola. Le piante nell'auditorium sono grandi e verdi, il miele è pregiato per la colazione di Fini e Berlusconi, mentre la trousse di trucco e il phon sono posati davanti agli specchi per lo speciale del 19 sera del 'Costanzo Show'. E' un vero e proprio vertice quello che si terrà il 19 e 20 dicembre, il governo ha bisogno dello spettacolo dei testimonial per ottenere consenso sulla proposta di riforma della scuola. L'organizzazione di questo vertice in grande stile, prima delle vacanze natalizie, dovrebbe servire, nelle intenzioni della ministra Moratti, a 'consultare' il mondo della scuola sui risultati del lavoro svolto dalla commissione Bertagna. In questi anni si è detto che la scuola è un luogo di grandi contraddizioni, ma in questo periodo sembrano addirittura moltiplicarsi. In parte a causa di una crisi mai superata dalla scuola di massa in poi, in parte frutto 'della grande riforma Berlinguer'. Fatto sta che mentre a Roma gli studenti del Tasso digiunano per essere ascoltati dalla ministra, a Milano Formigoni ingrassa le scuole private con un ulteriore finanziamento. Mentre gli studenti diventano disobbedienti, si reintroduce il 7 in condotta. Il tutto mentre attraversiamo una crisi di civiltà con la commissione deontologica presieduta dal cardinale Tonini e il governo dichiara guerra alle diversità religiose, culturali, di orientamento sessuale. Si potrebbe continuare indicando altri punti di contrasto, di sofferenze tra le scelte governative e le posizioni degli studenti. Scuole occupate, autogestite, in corteo perdono il loro anonimato, diventano luoghi di partecipazione e protagonismo, di riappropriazione di sé e della relazione con gli altri. Il luglio genovese è lontano, ma della manifestazione contro il G8 non rimangono solo i punti di sutura, la paura, ma gli occhi aperti e curiosi sul e del mondo. Anche questo ha collocato i movimenti studenteschi in una posizione di radicale opposizione alla guerra. Vorrei domandare al presidente del Consiglio se chiamerebbe talebani (studenti lo sono) le ragazze e i ragazzi che contestano la sua ministra in qualsiasi scuola o università si presenti. Genova ha posto domande di senso sulla cittadinanza, la democrazia ed è per questo che zaini in spalla migliaia di studenti prenderanno il treno per Foligno il 19. La democrazia non è avanspettacolo, se no il primo ministro potrebbe essere Pippo Franco. Gli stati generali sono una trovata pubblicitaria, ma questo movimento va strappando i loghi ed è per questo che la notizia saranno i controstati generali che la rete degli 'studenti disobbedienti' di Foligno sta organizzando. Nessuno può pensare di usare questo movimento, di farne massa di manovra. Questo movimento dei movimenti va crescendo nelle scuole, gli studenti hanno resistito e oggi si riprendono un conflitto che parla al futuro, si interroga e interroga i saperi, quindi, produce cultura. In questi giorni ci sono stati cortei di studenti con immigranti e lavoratori in sciopero; studenti che occupano spazi per farne camere del lavoro e del non lavoro; studenti contro la legge bomba sul terrorismo e sui diritti. Foligno è una piccola città e sarà invasa, bloccata da sound-sistem, striscioni e ci saremo anche noi. Visto che l'ultima riunione del Wto si è tenuta nel deserto del Qatar, "signora ministra Moratti le consiglio gli stati generali della scuola, li tenga in cima al monte Bianco, chissà forse si rinfrescherà le idee e capirà che la scuola non è un'azienda e gli studenti non sono utenti".

Michele De Palma