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Liberazione-Il,. ruolo della religione

Il "ruolo" della religione La ministra Moratti scende di nuovo in campo presentando un nuovo disegno di legge sullo stato giuridico degli insegnanti di religione cattolica nelle scuole pubbli...

14/02/2002
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Liberazione

Il "ruolo" della religione
La ministra Moratti scende di nuovo in campo presentando un nuovo disegno di legge sullo stato giuridico degli insegnanti di religione cattolica nelle scuole pubbliche. Va ad aggiungersi ai diciassette progetti presentati alle camere soprattutto da parlamentari di An, Ccd-Cdu e Margherita, due sono trasversali del Polo e due di parlamentari Ds e da pochi giorni all'esame di un Comitato ristretto nella XI Commissione della Camera per accelerarne l'iter legislativo.
Intendono tutti definire un "ruolo" di pubblici funzionari per i docenti di religione cattolica e consentire, intanto, l'immissione nella scuola di Stato con contratto a tempo indeterminato della maggioranza degli oltre ventimila in servizio, pur se diversi nell'indicare le forme di reclutamento e del relativo concorso, e le norme per superare la fase transitoria. La difficoltà da tutti incontrata nella definizione degli organici, per il carattere facoltativo dell'insegnamento da loro impartito, evidenzia l'ostacolo di per sé insuperabile costituito dall'anomalia strutturale della loro condizione di docenti nominati dai Dirigenti scolastici, ma su designazione delle locali curie vescovili, la cui dichiarazione d'idoneità è necessaria non solo per essere nominati, ma anche per restare in servizio. La sua revoca per giudizio insindacabile del vescovo rende nulla l'assunzione. Lasciare l'immissione e, ancor più, la permanenza in ruolo di un funzionario dello stato alla mercé di un'autorità estranea alla Pubblica amministrazione è stato finora un problema insolubile.

La quadratura del cerchio è diventata possibile nella scorsa legislatura, con l'approvazione in Senato di una legge in proposito, non appena l'autorità ecclesiastica ha tolto il veto posto dal tempo in cui con il Concordato fascista questi insegnanti a mezzadria sono stati introdotti nelle scuole pubbliche. Sarebbe troppo lungo analizzare le vere ragioni di questo cambiamento. Ci soffermiamo su quella addotta ufficialmente e in diverso modo condivisa da tutti i progetti: la condizione di precariato di questi lavoratori. Denunciata dagli interessati e da parte del sindacalismo confederale, crea perplessità anche a sinistra. Se appare, però, sospetto tanto impegno del ministro e del Parlamento, per eliminare una sacca di precariato nel pubblico impiego e per sottrarre alla flessibilità qualche migliaio di lavoratori proprio mentre altri settori governativi tendono a crearne dove non ce ne sono mai state e proclamano la licenziabilità fattore di sviluppo, del tutto incomprensibile appare l'atteggiamento di chi da altre sponde guarda con simpatia questi provvedimenti in nome della difesa del posto di lavoro.

In verità questo "posto" serve a fornire alla scuola un servizio di cui essa non ha bisogno, anzi è contrario alle sue finalità. L'insegnamento della religione cattolica nella scuola pubblica anche nella forma facoltativa e "culturale" sopravvissuta nella revisione del Concordato del 1984 costituisce un'inaccettabile ingerenza autoritaria. E' d'ostacolo ad un'informazione critica sui fatti religiosi sotto la responsabilità della scuola e si configura come catechismo. Tale è un insegnamento impartito in nome e per conto dell'autorità ecclesiastica, in conformità a programmi da questa approvati per offrire ai giovani una visione cattolica del mondo e delle altre religioni. Se questo spesso non avviene per la sensibilità e l'intelligenza di alcuni docenti di religione, resta la contraddizione tra le finalità della scuola pubblica pagata dalla collettività perché formi i giovani allo spirito critico e un insegnamento sostanzialmente dogmatico indipendentemente dalle metodologie con cui è impartito. Per di più la presenza nelle scuole di funzionari di curia, tali in realtà sono e saranno i docenti di religione cattolica, è spesso motivo di turbamento per le iniziative di proselitismo e di culto di cui si fanno protagonisti o mallevadori. Per di più del loro reclutamento restano responsabili le curie perché anche i concorsi, previsti dai progetti presentati, devono solo accertare la preparazione dei candidati sulla legislazione scolastica e sui principi della didattica.

Questa forma di reclutamento, comprensibile per garantire l'ortodossia di catechisti, diventa inaccettabile se diventa anche canale privilegiato per l'immissione nei ruoli dell'insegnamento pubblico discriminatorio per i docenti già in ruolo, colpevoli di aver scelto i normali canali di reclutamento piuttosto che intraprendere la scorciatoia della designazione della curia. Solo l'abolizione dell'insegnamento concordatario della religione cattolica potrebbe giustificare la sistemazione dei ventimila disoccupati che ne deriverebbero in "posti" nella Pubblica Amministrazione!


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