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Liberazione: Che succede al Cnr e negli altri enti pubblici di ricerca?

Finanziamenti, nuove nomine e concorsi. L’intero compartimento è in preda alla confusione

18/05/2006
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Liberazione

Domenico Jervolino
In un paese “normale” non ci sarebbero ragioni di preoccupazione, ma sappiamo bene che purtroppo non è il caso nostro. Già qualche settimana fa si è saputa la quasi incredibile notizia relativa al curriculum del prof Pistella, il presidente del Cnr scelto dal centro destra del massimo organismo scientifico del nostro paese. Tale curriculum che elenca 150 pubblicazioni scientifiche ha suscitato la contestazioni di autorevoli scienziati (il cosiddetto gruppo 2003) intervenuti sull’argomento dopo alcuni articoli critici sulle condizioni della ricerca scientifica italiana e sui suoi dirigenti pubblicati dalla prestigiosa rivista scientifica internazionale Nature. Gli scienziati in questione fanno osservare che i criteri ai quali lo stesso Cnr si attiene per prendere in considerazione i titoli scientifici nei suoi concorsi interni sono ben più rigorosi di quelli che il presidente applica a se stesso. Quest’ultimo pertanto non riuscirebbe a conseguire l’idoneità a dirigente scientifico dell’ente che presiede. Sicché da parte di questi esponenti della comunità scientifica nasce una più che condivisibile richiesta di dimissioni. Vedere per credere il sito dell’Osservatorio sulla ricerca scientifica, una struttura di movimento che svolge una preziosa azione di controinformazione: www. osservatorio-ricerca. it.
Ma intanto gli organismi dirigenti del Cnr stanno svolgendo un concorso per ben 67 dirigenti dell’ente, con una commissione esaminatrice che nella sostanza coincide con il consiglio d’amministrazione. Ancora un’altra perla dell’ultima ora: nelle votazioni indette per introdurre alcuni rappresentanti dei ricercatori negli organismi dirigenti dei dipartimenti dell’Ente, è stato introdotto il singolare principio che gli eletti non saranno coloro che avranno più voti da parte dei loro colleghi scienziati, ma che saranno scelti dal vertice sulla base delle rose che così saranno formate! Ancora una “pistellata”: ai fini della valutazione dei vari istituti sarà titolo di merito e quindi motivo di premio nella distribuzione dei fondi la quantità dei finanziamenti interni che ogni istituto sarà riuscito ad ottenere; in altri termini sarà considerata una ragione per dare più fondi da parte del vertice il fatto di aver ricevuto dallo stesso vertice dei fondi decisi a sua discrezione! Osserviamo en passant che anche i finanziamenti esterni sono un cattivo criterio per giudicare il merito di un istituto scientifico. Perché un campo di ricerca di elevato valore e di grande utilità sociale potrebbe non riuscire a trovare sostegni, senza cessare di essere valido e utile.

Se il Cnr piange anche altri istituti non ridono come l’Enea e l’Inaf, dove non mancano le minacce di colpi di coda e di derive autoritarie, Per tutti la transizione può essere micidiale. Tutto questo mentre gli annosi problemi della ricerca, dal rischio di asfissia per mancanza di finanziamenti a quelli del precariato e del reclutamento di nuovi ricercatori incombono sul futuro governo. Un grido d’allarme e di dolore (per le sorti della ricerca scientifica italiana) s’impone e noi di Rifondazione chiediamo ai neoletti parlamentari, e in particolare a quelli che entrano in questi giorni nelle commissioni cultura di Camera e Senato, di mobilitarsi senza indugio e di vigilare, vigilare, vigilare.


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