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Liberazione-Assedio alla scuola azienda

Assedio alla scuola azienda Ventimila studenti a Roma aprono le danze contro i progetti della ministra. Oggi una grande manifestazione nazionale circonderà il Palazzo dei Congressi Angela Nocioni...

20/12/2001
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Liberazione

Assedio alla scuola azienda
Ventimila studenti a Roma aprono le danze contro i progetti della ministra. Oggi una grande manifestazione nazionale circonderà il Palazzo dei Congressi
Angela Nocioni
"Liberiamo i saperi. Assediamo gli Stati generali". Lo striscione degli studenti medi e universitari ha aperto ieri la manifestazione di Roma e la due giorni contro l'assalto del governo alla scuola pubblica. Ventimila manifestanti, non pochi per un corteo cittadino. Ventimila ragazzini scatenati, felici di riprendersi con danze e cori le strade della città. Ci sono i licei del centro, gli istituti storici delle mobilitazioni romane. C'è il Mamiani, il Visconti, il Virgilio e il Tasso. Ci sono, e sono tantissime, le scuole di periferia. Pitagora, Newton, Vallauri, Russel, Einstein. Tutti lanciati, a rotta di collo e in ordine sparso, lungo via Cavour. Belle facce di quindicenni. Ballano senza sosta, da piazza della Repubblica fino al Colosseo. Tantissime le ragazze. Sguardi vivaci e look da copertina. Serissime quando gridano: "Carlo è vivo e lotta insieme a noi". Rapide e convincenti nel far convertire al volo uno slogan contestato nell'altrettanto efficace "Berlusconi boia, Moratti è la sua gioia". Settimane di autogestione alle spalle, infinite assemblee, un ruolo decisivo all'interno del movimento che da Genova in poi è cresciuto ovunque, ma soprattutto nelle scuole. In nome di "un altro mondo possibile" hanno riempito le piazze contro il terrorismo e le bombe ("sciopero generale contro la guerra" tornava a chiedere ieri uno stricione del Roma social forum). Continuano a riempirle contro la discriminazione di classe, vera impalcatura del progetto Moratti. Contro la cultura svenduta al mercato. Contro il vecchio ricatto del voto in condotta. Scendono in piazza con slogan severi e cortei gioiosi. Gli striscioni vanno dal romanissimo "Moratti, non c'è trippa pe' gatti", al disinvolto "Ma de che ve sete fatti?" seguito a ruota da spinellone in cartapesta. Coreografie spontanee di cori e danze per la gioia dei fotografi. "Ahò e basta de stamme appresso, che me voi fa diventà famosa?". L'obiettivo si sposta sullo striscione del liceo Majorana: "Alla fine timbreremo il cartellino". Passano di mano in mano i volantini della federazione romana del Prc "una scuola laica e gratuita per tutti e per tutte". Dietro alle bandiere dei Cobas spuntano quelle di Legambiente. Qualche vessillo anarchico. Tra gli studenti, i parlamentari Titti De Simone di Rifondazione e il verde Paolo Cento. Molti gli universitari della sapienza e di Roma 3. "Questo è il preludio dell'assedio di domani". Michele De Palma dei Giovani comunisti annuncia così la manifestazione nazionale di questa mattina all'Eur. "La ministra che rivendica consenso attorno al suo progetto, dovrebbe affacciarsi in strada e vedere quanti siamo. Domani non ci sarà bisogno che s'affacci. La protesta gliela porteremo lì, dove si è rinchiusa per celebrare la kermesse". "La bozza della commissione Bertagna - aggiunge Francesco Raparelli della rete romana - contempla anche il rapporto tra scuole superiori e studi universitari con la canalizzazione tra istruzioni e formazione professionale che pone una serie di vincoli all'accesso agli atenei". In Largo Visconti il corteo rallenta. Sguardi verso l'alto. Fa un freddo cane ma più di una finestra è spalancata. "Vieni giù, vieni giù, manifesta pure tu". Si riparte. Affacciata dal piano nobile di un palazzo in corso di restauro, una squadra di operai guarda in strada. Sorrisi, saluti, applausi. "Non vogliamo una scuola in mano agli interessi privati, alle multinazionali, alle logiche di mercato" si sgola un ragazzino alla ricerca di un megafono. Francesco Caruso dei Disobbedienti napoletani: "Questo corteo è la la dimostrazione che asserragliati all'Eur ci sono i generali: gli Stati sono fuori". Per oggi annuncia "decine di migliaia di manifestanti per una giornata di mobilitazione allegra e gioiosa in contrappposizione ai grigiore dei burocrati rinchiusi nel Palazzo dei Congressi". I ventimila svoltano su via dei Fori imperiali, ignorano la fila di blindati che spunta dalla vicina piazza Venezia, come hanno ignorato finora i bidoni della spazzatura sigillati lungo il percorso. Non passa inosservata invece la chiusura della fermata metro. Per raggiungere l'Eur sarebbe indispensabile a molti. Un lunghissimo striscione chiude il corteo. C'è scritto con lo spray rosso: scuole di periferia. Da lì parte l'ultimo coro: "Occupiamo il Colosseo. Occupiamo il Colosseo". Poi festa sul prato al sole di mezzogiorno. L'appuntamento è per questa mattina alle 9 alla stazione Eur-Laurentina. Si andrà in corteo dal Palasport fino a piazzale dell'Industria. A un passo dal piazzale Kennedy e dagli Stati impopolari di Letizia Moratti.


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