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Lezioni di social a scuola il progetto del ministero

Al via la formazione dei docenti, inserito nelle 33 ore annue di educazione civica

03/11/2019
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Il Messaggero

A scuola di social, non per gioco ma per imparare a difendersi da bufale ed haters online. E' questo l'obiettivo del governo: portare nelle classi italiane, a partire dalle elementari, lezioni mirate all'utilizzo consapevole dei social e di tutto ciò che gli gravita intorno. A cominciare dalle fake news, che i giovani devono imparare a riconoscere e smascherare, e dal cyberbullismo che troppo spesso nasce proprio tra gli adolescenti lasciando ferite e danni incalcolabili. 
E' il momento di intervenire, spiegano dal ministero, estendendo a tutte le scuole dalla primaria alle superiori quelle buone pratiche che in alcune aule già esistono, grazie a docenti e presidi aperti alle nuove tecnologie e attenti ai rischi che ne derivano. Si tratta, ora, di metterle a sistema e raggiungere il maggior numero di adolescenti: sono i ragazzi tra i 13 e i 18 anni, infatti, le persone potenzialmente più esposte ai pericoli della rete. E non solo, da una ricerca realizzata da Generazioni connesse con la collaborazione dell'Università degli Studi Sapienza di Roma, l'Università degli Studi di Firenze e il portale dedicato ai giovani e al mondo della scuola skuola.net, emerge che 7 adolescenti su 10 hanno il loro profilo social già a meno di 14 anni e sempre circa 7 su 10, almeno una volta, si sono imbattuti in un amico inesistente.  Sempre secondo la ricerca, quasi 4 giovani su 10 ammettono di non conoscere personalmente almeno la metà degli amici o dei follower che hanno sui social e, spesso, tra questi follower si nascondono anche amici inesistenti: il 68% dei giovani intervistati, almeno una volta, si è imbattuto in un profilo falso. 
PERICOLIRischi altissimi, da evitare. Si tratta di pericoli che riguardano la stragrande maggioranza dei ragazzi visto che solo un adolescente su 16 risulta non essere connesso con nessun social: le relazioni sociali di quasi tutti i ragazzi, quindi, devono ormai fare i conti con gli strumenti digitali che ne trasformano profondamente le dinamiche. Non solo, attraverso i social e la rete in generale veicolano le relazioni interpersonale ma anche le informazioni che arrivano ai giovani. Tra cui tante, troppe bufale. Fake news che di fatto vanno a influenzare la coscienza civica dei giovani. L'idea è quella di portare tra i banchi vere e proprie lezioni di educazione digitale per arrivare alla cosiddetta cittadinanza digitale: la capacità di partecipare alla vita online, rispettandone diritti e doveri che ogni cittadinanza comporta. Ma, per realizzare una didattica simile, è necessario che i docenti siano preparati per affrontare argomenti mai trattati in classe prima d'ora. 
FORMAZIONESi parte quindi dalla formazione del personale scolastico: su questo punto tornano il Piano scuola digitale e la legge 107, della Buona Scuola. Tra i progetti in campo, ad esempio, c'è Elisa: la piattaforma messa a disposizione dal Miur per la formazione dei docenti referenti nelle scuole di tutta Italia per il contrasto e la prevenzione del bullismo e del cyberbullismo. Ma ora si tratta di accelerare il percorso anche tra i ragazzi: l'educazione civica, naufragata per quest'anno scolastico ma pronta per il prossimo, potrebbe dare una svolta in questo senso. Le 33 ore annue previste dalla legge, infatti, dovranno affrontare vari aspetti dell'educazioni civica tra cui quella digitale. Intesa, appunto, con responsabilità e senso civico. Nella strategia di contratto alle bufale e ai pericoli online, verranno coinvolti anche collaboratori esterni, esperti della rete, con cui la scuola andrebbe a lavorare partendo dalle Linee guida per l'uso positivo delle tecnologie digitali e la prevenzione dei rischi nelle scuole. 
Lorena Loiacono 


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