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Lettera di una prof all’alunno del XXI secolo

Nella edizione canadese online dell’Huffingtonpost è comparsa una lettera, indirizzata ai “cari studenti di scuola secondaria superiore (High School) del XXI secolo”, scritta da un’insegnante e blogger, Lizanne Foster

09/03/2015
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Tuttoscuola

Nella edizione canadese online dell’Huffingtonpost è comparsa una lettera, indirizzata ai “cari studenti di scuola secondaria superiore (High School) del XXI secolo”, scritta da un’insegnante e blogger, Lizanne Foster. È una lettera di scuse. Ne segnaliamo in forma libera alcuni passaggi, che mostrano come molte delle ragioni per le quali l’insegnante canadese chiede scusa potrebbero essere condivise da chi insegna in contesti nazionali anche assai diversi come quello italiano. Segno del carattere transnazionale di alcune problematiche, soprattutto di quelle legate all’impatto delle nuove tecnologie e delle nuove scienze cognitive, sui modelli scolastici tradizionali.

1. Malgrado i nostri sforzi, noi insegnanti non siamo riusciti a convincere chi ci governa del fatto che un investimento nella vostra educazione avrebbe effetti benefici per tutti e non produrrebbe, a differenza di altri investimenti, l’inquinamento dell’acqua e dell’aria.

2. Mi dispiace che dobbiate venire a scuola così presto al mattino malgrado le neuroscienze dimostrino che il cervello degli adolescenti funziona al meglio solo dopo le dieci.

3. Mi dispiace che dobbiate stare seduti per sei ore al giorno malgrado siano noti gli effetti negativi che ciò provoca sulla salute e sull’apprendimento.

4. Mi dispiace che voi siate raggruppati per età malgrado l’età cronologica non abbia nulla a che fare con le capacità intellettuali, la maturità, le abilità e le competenze di ciascuno.

5. Mi dispiace che dobbiate studiare materie che non vi interessano in alcun modo mentre l’insieme delle conoscenze umane raddoppia ogni 12 mesi.

6. Mi dispiace che voi siate in competizione l’uno con l’altro per ottenere i migliori voti mentre gran parte del progresso umano si deve alla collaborazione (che a scuola viene considerata ‘copiatura’).

7. Mi dispiace che voi abbiate testi superati e tecnologie obsolete.

8. Mi dispiace che ciò che è chiamato apprendimento ‘personalizzato’ non lo sia per nulla, forse perché se fatto sul serio costerebbe troppo.

9. Soprattutto mi dispiace che il sistema educativo sia costruito in funzione della vostra partecipazione a un’economia ‘estrattivista’ che danneggia il nostro ambiente (senza il quale non ci sarebbe peraltro alcuna economia) provocando cambiamenti climatici che produrranno rapide trasformazioni sul piano sociale, politico, e anche economico, per affrontare le quali non sarete stati minimamente preparati.

La lettera, terminato il lungo elenco delle scuse, prosegue, più che con proposte (che si possono comunque leggere in controluce scorrendo i punti toccati nella news precedente), con un auspicio.

Mi sarebbe piaciuto invece, scrive la prof:

1. che la vostra curiosità non fosse schiacciata dal conformismo dei programmi scolastici;

2. avere una bacchetta magica per darvi una scuola con spazi nei quali esplorare, sperimentare e realizzare diversi modi di apprendere;

3. avere il potere di riaccendere in voi quella voglia di imparare che era così evidente nei vostri occhi prima del vostro primo giorno di scuola.

Voi giovani, conclude la lettera, siete naturalmente portati ad imparare, non potete non imparare.  

Per questo mi dispiace che vi si faccia credere che l’unico sapere che conta è quello impartito a scuola e che si apprende in classe, soprattutto in funzione dei test. Così si spreca il grande potenziale di creatività degli adolescenti.

Se solo i politici capissero che è l’adolescenza il periodo nel quale l’essere umano raggiunge il picco del suo sviluppo cognitivo…Se solo dessero ai giovani una chance…

Firmato: Sincerely, A Teacher.

La lettera ci sembra una felice sintesi dei dilemmi e delle sfide lanciate dalla rivoluzione tecnologica e dalle scienze cognitive ai sistemi educativi di tutto il mondo in questo inizio del XXI secolo: nuove coordinate di spazio e di tempo, personalizzazione, apprendimento cooperativo, interdisciplinarità, multimedialità, nuovo ruolo del docente. Saranno in grado i sistemi educativi attuali, tutti più o meno gutenberghiani ed eredi della tradizionale partizione disciplinare, di raccogliere queste sfide?


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