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Leggi razziali, i rettori chiedono scusa «Dopo 80 anni un monito attuale»

Pisa, cerimonia degli atenei italiani per condannare la cacciata degli ebrei

08/08/2018
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Corriere della sera

Marco Gasperetti

Non sarà solo un ricordo, stavolta. E 80 anni dopo quella firma infame, i rettori delle università italiane chiederanno scusa non solo agli ebrei e all’umanità tutta, ma alla Cultura (con la maiuscola) anch’essa oltraggiata, umiliata, violata. Il 20 settembre all’università di Pisa, a otto chilometri dall’allora tenuta reale di San Rossore dove il re Vittorio Emanuele III il 5 settembre 1938 promulgò le leggi razziali, l’ultimo capitolo di una storia oscura sarà definitivamente chiuso anche se mai sarà dimenticato. L’università di Pisa, in collaborazione con Normale, Sant’Anna e Imt di Lucca, organizzerà una tre giorni della memoria che culminerà con la lettura di un documento firmato dai rettori in cui oltre a condannare l’atto infame che cacciò dalle scuole di ogni ordine e grado gli ebrei, si chiederà scusa per ciò che la storia italiana produsse e l’incapacità del mondo accademico di allora di arginare l’onda razzista.

Nessuno dei circa ottanta rettori che parteciperanno all’iniziativa era nato quando la firma del sovrano fu apposta sul primo decreto. Ma ciò non cambia il fardello che l’università, l’ultimo grado e dunque il più elevato dell’istruzione, si è portato sulle spalle sino a oggi. «E io non capisco perché si sia aspettato così tanto per chiedere perdono — dice il direttore della Scuola Normale, Vincenzo Barone —. Anche oggi il “razzismo” è uno strumento che la politica usa quando è in difficoltà per tenere buoni i più poveri dando la colpa delle loro disgrazie ai “diversi” e non alla cattiva distribuzione della ricchezza». E, come ha detto ieri il rettore dell’Università di Firenze al Corriere Fiorentino, l’iniziativa pisana sarà anche «un monito forte per il presente e per il futuro».

Colpiti dalle leggi razziali furono Emilio Segrè, Franco Modigliani, Enrico Fermi (che aveva la moglie ebrea), Federigo Enriques, Giuseppe Levi, Gino Luzzatto, Rita Levi-Montalcini, Elio Toaff, solo per citare alcuni nomi. Molti ragazzi dallo straordinario talento furono cacciati dalle scuole. E ci furono scienziati e docenti che si schierarono a favore della cultura della razza. «Quelle leggi chiusero definitivamente le porte a un’università che avrebbe dovuto favorire inclusione, incontro e tolleranza — spiega Gaetano Manfredi, presidente della Conferenza dei rettori italiani —. Provocarono un danno enorme alla ricerca, oscurarono la cultura. Noi rettori saremo a Pisa per ricordare e chiedere scusa. Anche perché la storia dell’umanità ci dimostra che vi sono purtroppo stagioni durante le quali soffiano venti di divisione, come sta accadendo oggi».

Il programma prevede per il 5 settembre una cerimonia nel parco di San Rossore, a cui parteciperà il presidente dell’Unione delle comunità ebraiche italiane, Noemi Di Segni. Poi dal 20 al 22 settembre un convegno all’università di Pisa e le scuse solenni del mondo accademico.


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